True Romance (1993) Un vita al massimo di Tony Scott & Quentin Tarantino, You're so cool!

 

Tra i tanti film che raggiungono gli “enta” in questo 2023, come li ho raggiunti io ormai due anni fa, non poteva mancare questa pellicola nelle menzioni d’onore in questo mio personale spazio dedicato al cinema, che ho chiamato “Once Upon a Time The Cinema”. Inizio col dire che tale film è un calderone di più o meno tutte le cose che mi hanno fatto impazzire nel cinema (americano): una protagonista affetta da biondismo, una storia pulp scritta da Quentin Tarantino, una regia che porta il nome di Tony Scott, il miglior Hans Zimmer alla colonna sonora, un cattivo di Gary Oldman, un cattivo di Christopher Walken, un padre alla Dennis Hopper, uno strafumato Brad Pitt, l’amore viscerale per il cinema di genere e l’indiscutibile fascinato del cinema anni Novanta. Questa pellicola durante la mia adolescenza è stata una cotta di quelle clamorose, che ancora adesso fatico a smaltire perché fin troppo legata ad una di quelle scintille che scattano tra spettatore e film che solo non tante volte nella vita saltano fuori. Tony Scott, un regista che avrebbe meritato molto di più dalla critica ma che alla fine ha segnato il cinema con la sua stilistica, che ormai non è più proponibile nel cinema contemporaneo, perché nella moltitudine dei cineasti pluridecorati non vi è neanche una goccia del carisma che questo cineasta trasmetteva dietro alla telecamera. Quentin Tarantino, amore della mia vita adolescenziale che, con il suddetto regista citato prima, ha marchiato a fuoco (di pistola) il mio modo di comprendere la settima arte nel periodo più cruciale (e problematico) della mia vita. Capirete sin da subito perché questo film è nel mio cuore visto che il connubio artistico di due cineasti, che hanno molto in comune, così poderosi non può che risultare una totale e pazza pellicola che non ha nulla da invidiare alle più blasonate produzioni elitarie odierne.


Il film prima di tutto ha una sua genesi: fu una svolta per Tarantino. Rilasciato dopo Reservoir Dogs, è stata la sua prima sceneggiatura per un film importante e il suo film più autobiografico fino ad oggi. Aveva sperato di dirigere il film, ma perse interesse per la regia e vendette la sceneggiatura. Secondo il commento audio di Tarantino (del DVD), è stato contento di come è andata a finire. Oltre a cambiare la narrazione non lineare per una struttura lineare più convenzionale, era in gran parte fedele alla sua sceneggiatura originale. Inizialmente si oppose alla decisione del regista Tony Scott di cambiare il finale (che Scott sosteneva fosse di sua spontanea volontà, non dello studio, dicendo "Mi sono semplicemente innamorato di questi due personaggi e non volevo vederli morire"). Quando vide il film completo, si rese conto che il lieto fine di Scott era più appropriato per il film così come lo aveva diretto. Il team creativo per il film comprendeva (oltre Tony Sott alla regia, Quentin Tarantino e Roger Avary alla sceneggiatura): Jeffrey L. Kimball alla fotografia, Michael Tronick e Christian Wagner al montaggio, Susan Becker ai costumi e Hans Zimmer alla colonna sonora. Il cast innvece era formato da: Christian Slater, Patricia Arquette, Gary Oldman, Dennis Hopper, Christopher Walken, Val Kilmer, Michael Rapaport, Chris Penn, Tom Sizemore, Bronson Pinchot, Saul Rubinek, Samuel L. Jackson, James Gandolfini e Brad Pitt.

La trama vien da sé: Clarence Worley è il commesso in un negozio di fumetti di Detroit, con la passione dei film di Kung Fu ed Elvis Presley. La sera del suo compleanno, Clarence va al cinema, dove incontra una bella ragazza, Alabama Whitman, con cui fa subito amicizia. Alla fine della proiezione cinematografica, i due vanno a mangiare una torta, si conoscono meglio e dunque fanno una fugace sortita al negozio di fumetti dove Clarence lavora. Qui, presi dall'euforia, i due hanno un rapporto sessuale. Nel cuore della notte, Alabama se ne va e viene ritrovata da Clarence in lacrime. Alabama quindi gli rivela di essere una escort, assoldata dal gestore del negozio di fumetti Lance, per fare un regalo di compleanno speciale a Clarence, e di essersi però innamorata di lui durante quella sera. Decisa ad abbandonare il mondo della prostituzione, nel quale era entrata da soli quattro giorni, Alabama si sposa con Clarence. Quest'ultimo è tormentato dal fatto che il magnaccia della sua donna, Drexl Spivey sia ancora in vita, nonostante i crimini di cui si è macchiato. Risoluto e consigliato da una sua ricorrente visione, il fantasma di Elvis, Clarence si arma e va a uccidere Drexl, con la scusa di andare a prendere gli effetti personali di Alabama. Ucciso il pappone, dopo che quest'ultimo gli è saltato addosso pestandolo, Clarence fa prendere la roba della sua ragazza da un'altra prostituta, che sbaglia valigia dandogliene una contenente cocaina. Quando Alabama controlla la valigetta, scopre che questa contiene droga e non i suoi vestiti. Inizialmente spaventati e indecisi sul da farsi, i giovani pensano di approfittare dell'occasione per diventare ricchi.

Indubbiamente se dovessimo ricercare un precursore di questo film la scelta è solo una: David Lynch con il suo folgorante vincitore della Palma d'Oro nel 1991, a Cannes, Wild at Heart, in cui le tematiche e lo stile sono più o meno le stesse. E, volendo andare più indietro, film come "Easy Rider" di Hopper e "La rabbia giovane" di Malick non li si può certo non menzionare come ispirazione per un'opera simile. Non a caso fa capolino nel film anche il sempre grandioso Dennis Hopper nella scena madre della pellicola. Appassionante, avvincente e divertente. Inutile dire che gli ultrafissati che disprezzano la regia di Scott lodando solamente il lavoro di Tarantino, non hanno capito niente del film e del cinema in generale. Lapporto di una regia molto dinamica, pulita e diretta da parte di un Tony Scott con molta più esperienza ha influito eccome nel risultato finale della trasposizione. Difatti non ci si annoia mai, vi è una perfetta alternanza tra scene comiche (Brad Pitt sul divano che chiede agli sgherri della mafia se vogliono farsi un tiro di bong) e scene drammatiche (vedasi la violenta scena dello scontro tra Alabama e il mafioso interpretato da Jams Gandolfini) e in generale una perfetta amalgamazione tra i due generi. La caratterizzazione dei personaggi è solida anche nei ruoli più marginali e funzionali: basta pensare ai pochi ma grandi minuti quando sullo schermo compare Walken che duetta solennemente con Hopper. Abbiamo poi la grandissima l'idea di far dialogare Clarence e Elvis Presley nei bagni delle varie ambientazioni che precedono momenti chiave del film, quasi una forma onirica che rende unico il Re interpretato da Val Kilmer (assieme a quello che vedrà poi la luce con Bruce Campbell in "Bubba Ho-Tep").

Tony Scott, attraverso la sceneggiatura di Quentin Tarantino, esalta il soggetto cambiandolo radicalmente (come farà Oliver Stone): trasformando il tutto in un film romantico surreale quasi un fantasy su base reale con venature alla Lynch. Trash e gore si diluiscono in una formula che rimanda tanto a John Woo, dove la violenza è la coreografia esasperata ma non logorroica. Scott è stato in grado di distillare il meglio di questa sceneggiatura e metterla sotto la lente degli anni Novanta. I personaggi del film sono un simposio fantastico della cultura di massa in questo vi è anche  l'alba del filone pulp mainstream che sarebbe scoppiato da lì a poco, inaugurato dalla grande lungimiranza di Tony. Di Quentin ritroviamo tutte le sue passioni: Elvis, Film d'arti marziali, i fumetti, le montagne russe, gli hamburger, i dialoghi sboccati, la violenza cinematografica, la cocaina e il vero cinema (notevole la critica fatta ai film di Hollywood). Se dovessi scegliere quali sono i miei personaggi preferiti (ma sono tutti indimenticabili), dopo le mille visioni, restano l'indianOldman (un cattivo che buca lo schermo) e la Arquette-biondona sexy (recentemente citata nella serie "Euphoria" dove l'altra biondissima Sidney Sweeney ne ha riproposto l'estrema fighezza). Ciliegina sulla torta è la colonna sonora di Hans Zimmer, che avvolge la pellicola nella sua particolarità attraverso una melodia in crescendo da un motivetto da xilofono che non scorderò mai.



Commenti

  1. Che culo ha avuto Tarantino, il suo "film della vita" finito nella mani di quello giusto di casa Scott. Questo gli ha permesso di non bruciarsi (nemmeno idee che poi ha usato meglio in "Pulp Fiction"), risultato, film bellissimo grazie a Tony. Ho i biglietti per andare a sentire Zimmer, mi basta solo che tiri fuori lo xilofono e faccia "You are so cool" e sarà felice. Cheers

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    1. Penso che sia figlio di un connubio che nel cinema americano doveva esserci. Tony ha tirato fuori il meglio. Questo film ha fatto la mia adolescenza. Spero che la faccia sentirla dal vivo non ha prezzo.

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  2. E' un film che ho sempre amato alla follia, visto e rivisto negli anni in cui lo passavano in TV mutilato, cosa che mi ha portata a spasmodiche ricerche (in un'epoca in cui non tutto era a portata di mano come oggi) di videocassette, DVD ed edizioni uncut. E' talmente zeppo di cose belle e attori fantastici che non saprei da dove cominciare, ed è uno dei motivi per cui non ne ho mai scritto sul blog, sarebbe peggio che recensire un film di Kubrick!

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    1. Dovresti farlo prima o poi, i film del cuore sono quelli che hanno più da dire quando ci mettiamo in fase di scrittura e analisi. Visto che possiamo essere sia oggettivi vhe soggettivi allo stesso tempo.

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