Resident Evil: Apocalypse (2004) Alice nella città delle meraviglie
Nonostante non abbia ancora avuto modo di parlare del primo capitolo, di cui il sottotitolo (ve lo scrivo già) sarà “Alice nel laboratorio delle meraviglie”, colgo l’occasione per inserire il seguito, visto la tematica che sto riportando dedicata ai seguiti della mia adolescenza. Essendo un grande fan della saga videoludica creata dalla mente di Shinji Mikami attraverso Capcom, era inevitabile che parlassi prima o poi degli adattamenti cinematografici di “Resident Evil” (Biohazard in originale). Oltretutto la trasposizione Hollywoodiana del videogioco è stata fatta dalla Screen Gems, ed è la gemella della saga di Underworld visto che ne condivide sia studio di produzione che anni sviluppo. Senza perdere tempo è inutile dire che questo seguito partiva con una premessa di qualità inferiore al film precedente, la causa maggiore di questo è dovuta al fatto che Paul W.S. Anderson non era più in cabina di regia (dovendo girare “Alien vs. Predator”) ma solo presente come produttore e purtroppo sceneggiatore (un grande occhio cinematografico, carente purtroppo nella fase di scrittura), il suo sostituto fu praticamente Alexander Witt che debuttò (qui, con tanto di comparsata da cecchino) al suo primo film dopo anni di gavetta nella seconda unità di Ridley Scott. Da un budget di 45 milioni riuscì ad incassarne ben 129 (e passa) per tutto il mondo superando il capitolo precedente, segno che ormai i videogiochi fatti film non erano più una pecora nera.
Senza tirare troppo la corda, il film ha degli evidenti difetti, anche caratteriali che sono anche tipici del videogioco, già solo lo spot che Romero girò per pubblicizzare “Resident Evil 2” negli anni 90 fa le scarpe in quanto fedeltà e atmosfera a questo lungometraggio, ma spezzando la lancia si paragona il tocco di un maestro con quello di un mestierante Hollywoodiano come Witt. Il soggetto prende direttamente le mani dal RE2 (già in parte usato nel primo film) e RE3: Nemesis (Jill Valentine e lo stesso Nemesis, appunto) aggiungendo nuove svolte della trama/personaggi per creare una diversa “linea narrativa” rispetto alla fonte originale. Visivamente si hanno tantissimi richiami anche alle scene del videogioco (la scena dell’elicottero è presa direttamente da Code Veronica per esempio), ma anche dalla produzione animata giapponese (immancabile lo scoppio della bomba nella città in stile Akira) e infine di trovate pacchiane dal gusto dannatamente “alla W.S. Anderson” (la scena della chiesa su tutte). La pellicola è letteralmente un’apocalisse di citazioni, a dispetto del cambio titolo (da Nemesis ad Apocalypse) dovuto all’uscita di Star Trek: Nemesis.
Sebbene il primo film poteva vantare l'effetto novità, con una discreta attinenza al prodotto originale offrendo grandi momenti di tensione, grazie soprattutto alla claustrofobia del laboratorio sotterraneo, “Apocalypse” è l'ultimo capitolo della saga che segue i videogiochi. L'azione ora è nella città di Racoon City (come il bellissimo finale del primo introduceva), il duello tra Alice e Nemesis unito alla frenetica corsa contro il tempo per salvarsi dall'esplosione rende la pellicola scorrevole e avvicente. Non mancano spettacolari scene action (dove però si sente la mancanza di W.S. alla telecamera, ma non dietro alla scrittura, creando di conseguenza una combinazione non equilibrata), troviamo quindi un po’ di tutto in quello che è per me la naturale evoluzione del primo film. Milla ormai ha fatto suo il ruolo aggiungendoci pure il fisico negli stunt così da solidifcare la sua presenza, non male (per non dire splendida) e dannatamente sul pezzo Sienna Guillory (che ha addirittura giocato al videogioco per impersonare megio Jill) che ben si muovono nel film, accompagnate da un cast godibile e infine un mostro a cui viene dato un po’ d’anima rispetto al videogioco che non guasta ai fini della storia. Tra spunti davvero interessanti che migliorano (seppur di un soffio) quello che abbiamo visto nel precedente capitolo e alcuni difetti che non si possono proprio trascurare (regia in primis) la pellicola fa il suo lavoro. Il tutto è servito con una colonna sonora di Jeff Danna adatta al girato e una scelta di vari pezzi musicali metal che andavano al tempo davvero succulenti, per esempio "Vermillion" degli Slipknot.
Ti consiglio di recuperarti la saga nei videogiochi, se cerchi su Youtube il buon Michele (Sabaku) la sta facendo guicandola tutto ed è un buon modo per comprenderla. Davvero? Li hai già recensiti tutti sul tuo blog? Così mi leggo un po' qualche opinione. È piaciuta pure a me.
La saga videoludica mi manca, è una mancanza importante, ma ho visto tutti i film compreso questo, e tra alti e bassi apprezzati tutti ;)
RispondiEliminaTi consiglio di recuperarti la saga nei videogiochi, se cerchi su Youtube il buon Michele (Sabaku) la sta facendo guicandola tutto ed è un buon modo per comprenderla. Davvero? Li hai già recensiti tutti sul tuo blog? Così mi leggo un po' qualche opinione. È piaciuta pure a me.
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