The Exorcist (1973) L'esorcista di William Friedkin

Restiamo sempre nel periodo dei rivoluzionari anni 70 che tanto hanno dato (e continuano a dare) al cinema moderno, il regista è sempre William Friedkin ed il territorio è sempre quello del male. Bisogna partire senza dubbio sul materiale dal quale sono derivati il soggetto e la sceneggiatura, William Peter Blatty scrisse il libro omonimo al film qui citato nel 1971: la storia si basa su un fatto realmente avvenuto, ovvero l'esorcismo (uno dei tre approvati sul suolo americano dalla Chiesa Cattolica) di Roland Doe (uno pseudonimo) praticato dal prete gesuita William S. Bowdern nel Maryland, che però poi venne smentito (in parte) visto che l'analisi psicologica del giovane ragazzo fece sorgere che fosse solo un malato mentale e non realmente posseduto dal diavolo. Il libro di Bletty cambiò molti aspetti di tale storia: in particolare il ragazzo diventò una ragazza. Secondo passo importante la regia: la Warner chiamò a se molti registi in fase di pre-produzione tra questi si possono citare Stanley Kubrick, Arthur Penn e Mike Nichols che però rigettarono il progetto. Originariemente il film doveva essere diretto da Mark Rydell che però, sotto consiglio dello stesso Bletty, fu sostituito da Friedkin che era fresco di successo dagli Oscar (per French Connection). Per realizzare il film, Friedkin ebbe accesso ai diari dei sacerdoti coinvolti, dei medici, delle infermiere; parlando anche dettagliatamente con la zia del ragazzo originale dell'esorcismo. Il regista si avvalse di una metodologia molto old school per rendere reale la recitazione degli attori ed il lavoro del team creativo nel film da menzionare: il trattamento violento d'impersonificazione che subirono Ellen Burstyn e Linda Blair a causa degli stunt, lo schiaffo del regista al prete William O'Malley sul set delle riprese, Friedkin addirittura sparò a salve durante una scena verso Jason Miller per renderlo più spaventato inoltre mentì anche sulla direzione del vomito (brodo di piselli) asserendo che l'avrebbe colpito al petto e non in faccia Mercedes McCambridge (la doppiatrice della Blair in versione indemoniata) fu costretta dal regista William Friedkin a fumare 3 pacchetti di sigaretta al giorno, bere alcolici, e mangiare mele acerbe, così da rendere la voce più potente ed ultima cosa la stanza di Regan fu riempita di quattro potentissimi condizionatori per fare in modo che il respiro degli attori potesse essere visibile dalla telecamera.


Terzo passo è il casting: Linda Blair inizialmente non fu proposta dalla sua agenzia difatti sua madre fece in modo di presentarla alla Warner ed al regista Friedkin, per la sua parte furono inizilamente considerate: Pamelyn Ferdin, April Winchell, Denise Nickerson e Anissa Jones ma tutte furono messe da parte a favore della Balir visto che tra le altre cose non era conosciuta e non aveva mai preso parte a pellicole del genere. Per la parte di Lankester Merrin lo studio voleva la partecipazione di Marlon Brando, ma il regista rifiutò perché questo avrebbe compromesso la pellicola facendola diventare "un film di Marlon Brando" difatti alla fine fu scelto Max von Sydow. Per il il ruolo di Damien Karras venne tenuti in considerazione: Paul Newman (che si offrì di sua spontanea volontà perché interessato al ruolo), Stacy Keach (sotto consiglio dello sceneggiatore) e Jack Nicholson che fu proposto direttamente dalla produzione alla fine Friedkin scelse Miller (qui al suo primo film) perché impressionanto dalla sua bravura nell'opera teatrale scritta da Miller stesso, That Championship Season, che vinse tra le altre cose fu un successo da oltre settecento repliche a Broadway e si aggiudicò il Premio Pulitzer per la drammaturgia ed il Tony Award alla migliore opera teatrale. Jane Fonda, Audrey Hepburn e Anne Bancroft furono prese in considerazione per il ruolo di Chris, senza contare poi Shirley MacLaine che fu suggerita dallo stesso Bletty (che fu scartata perché aveva già preso parte ad una pellicola sinile due anni prima), ma alla fine il ruolo se lo prese Ellen Burstyn dopo aver chiamato personalmente Friedkin. Friedkin originariamente intendeva usare la voce di Blair, approfondita e irruvidita elettronicamente, per i dialoghi del demone. Ma nonostante l'effetto della vice risultasse ottimo sentiva che in alcune scene questa funzionava bene, dato che le scene con il demone contrapposto ai due sacerdoti non avevano il potere drammatico richiesto e scelse quindi la leggendaria attrice radiofonica Mercedes McCambridge, un'esperta doppiatrice, per fornire la voce del demone.


Quarto passo è la colonna sonora: Inizialmente fu il mitico Lalo Schifrin a comporre la colonna, che fu però scartato da Friedkin. Schifrin aveva composto sei minuti di musica per il trailer iniziale del film, ma il pubblico era troppo spaventato dalla combinazione di immagini e suoni. I dirigenti della Warner Bros. dissero a Friedkin di incaricare Schifrin per smorzare la musica con un tono più leggero, cosa che però non fece. Nel documentario The Fear of God: The Making of the Exorcist in occasione dell'uscita del DVD del 25° anniversario del film, Friedkin (noto per il suo temperamento) ha letteralmente preso i nastri che Schifrin aveva registrato e li ha buttati nel parcheggio dello studio. Nelle note di copertina della colonna sonora di Sorcerer del 1977, Friedkin ammise che se avesse ascoltato prima la musica dei Tangerine Dream, allora li avrebbe fatti scritturare per The Exorcist. Friedkin allora optò per delle composizioni classiche moderne, tra cui porzioni del Concerto per violoncello n. 1 del 1972, di Polymorphia, e altri brani del compositore polacco Krzysztof Penderecki, Five Pieces for Orchestra del compositore austriaco Anton Webern e alcune musiche originali di Jack Nitzsche. Quello che oggi da tutti è considerata "la musica dell'Esorcista", cioè la melodia pianistica che apre la prima parte di Tubular Bells, l'album di debutto del 1973 del musicista rock progressivo inglese Mike Oldfield, divenne molto popolare dopo l'uscita del film, anche se Oldfield stesso non fu per nulla impressionato dal modo in cui il suo lavoro fu utilizzato. Il risultato di tutta questa premessa tra scelte autoriali e problematiche in fase lavorazione (cioè set che hanno preso fuoco, morti e benedizioni) fu un vero successo al botteghino, la pellicola incassò ben 441 milioni in tutto il mondo (a fronte di un budget di 12 milioni) che sconvolse gli spettatori (tanti aneddoti sono stato fattina riguardo) e fece incetta di critiche positive da parte della critica.

Riguardandolo mi chiedo cosa non tirava su Friedkin per riuscire a dare vita ad un'opera del genere nel 1973, un film epocale che a distanza di tanti anni riesce ancora ad inquietare e a risultare avanti per alcune trovate davvero assurde. Ne "L'esorcista" in pratica funziona di tutto, dalla fotografia (di Owen Roizman) cupa che si "oscura" andando avanti con la visione (senza scordarsi alla bellissima citazione visiva al quadro di Magritte) e con l'avvicinarsi del dramma finale, alla colonna sonora sempre al posto giusto e nel momento giusto, alla recitazione incredibile di tutti gli attori, al trucco e gli effetti speciali, alla regia di Friedkin che non risparmia nessuno tra primi piani/messaggi onirici subliminali/giochi di messa a fuoco e luci ed infine alla rappresentazione della paura, che a tratti raggiunge livelli altissimi. Si può dire quello che si vuole de "L'esorcista" ma questo film è decisamente un capolavoro dell'horror. Ancor di più considerandone la data di uscita, 1973. Questo è un film che ha cambiato/innovato/rivoluzionato un intero genere lasciando una fortissima impronta di sè non solo a livello cinematografico ma proprio culturale. Io stesso quando lo vidi da adolescente (16 anni) ne rimasi un po' deluso; mi piacque ma non ci vedevo questo capolavoro dell'horror in quanto quando si è così giovani sembra più che si dia importanza allo spavento, per intenderci meglio, al classico stile dello "jumpscare". Questa è semplicemente una questione di immaturità e da un'inesperienza del cinema horror che aumenterà solo crescendo. Invece è un film molto più maturo di così, non si basa solo ed esclusivamente ad accontentare un pubblico essenzialmente giovane, ma ha la totale capacità di rendersi talmente inquietante da condizionare e soddisfare un pubblico adulto in quanto punti completamente a suscitare un disagio molto più psicologico è lo stesso discorso che si può fare anche con "Shining" del 1980 di Stanley Kubrick. Ma detto questo, dobbiamo anche considerare che il film parla centralmente di una crisi di vocazione, quella di Padre Damian, che rende lo scontro fra il bene e il male ancora più interessante. E' infatti una lotta interiore quella del Padre, fra il demonio e l'angelo che sono in lui, fra il bene e il male che coesistono in ognuno di noi.

Commenti

  1. Dio che film, anzi, Satana che film :D
    Un film davvero spaventoso, il mio horror preferito, un film che ha fatto scuola ;)

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  2. Non ho un bel ricordo di questo film. Non lo avevo mai visto, così quando uscì rimasterizzato al cinema andai a vederlo. Me lo avevano descritto come un capolavoro che faceva paura, invece io non ho fatto che ridere a quasi tutte le scene, manco fosse L'Esorciccio.
    Tutto 'sto casino per modificare la voce della doppiatrice indemoniata quando oggi basta un banale software. A quanto leggo anche allora c'erano apparecchiature soddisfacenti ma se non hanno soddisfatto il regista... anche per la versione italiana hanno avuto tutta 'sta accuratezza rischiando di far prendere il cancro a polmoni e gola ad una doppiatrice?
    Nulla da dire sulla musica, è proprio "la musica dell'Esorcista".

    Riguardo il finale del post, personalmente ho sempre dato la stessa importanza sia al salto che alla tensione/ansia, anche se oggi preferisco la seconda dato che il jumpscare punta tutto sull'aumento di volume più che alla scena e quindi mi ha rotto le palle.

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    1. Adesso lo jumpscare è di voga in molte pellicole, molte basano la loro sceneggiatura ed il successo proprio su queste. Sul fatto di aver scassato con la continua scelta di riproporlo in tutte le salse condivido il pensiero. Sul film in sé ho avuto modo di rivalutato a distanza di molti anni, ammirando le scelte di costruzione per le scene. Il sogno di Karras è una bellissima scena che sa inquietare come poche e l'utilizzo dell'immagine subliminale è stata un tocco in più.

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  3. L'ansia. E' uno di quei film che riesce sempre a farmi fare gli incubi.

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  4. Fu il film top-dello spavento per un'intera generazione.Non l'ho mai digerito. In passato non sapevo perchè. Ora so che mi ha sempre infastidita la strisciante misoginìa.

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    1. Dici, misoginia? Non ho mai fatto caso a questo particolare aspetto può darsi. Sono però rimasto impressionato dalla costruzione attorno alle debolezze di Karras ben congegnate. Che non piaccia è plausibile, neanche Gesù piaceva a tutti del resto. ;)

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