Danton (1983) La rivoluzione come Saturno (divora i propri figli)

 

Trovo che il cinema negli anni 80 offra le sue infinite potenzialità non solo nel suolo particolarissmo deli Stati Uniti ma anche in Europa. Cosa non nuova quella che ho introdotto, visto che i meriti di quella annata si possono verificare e ampliare ogni qualvolta incappiamo in produzioni particolari, relative in particolare alla storia che ha influenzato il mondo. Trovo inutile fare un preambolo sulla Rivoluzione Francerrse, per queste cose esistono storici molto più preparati e con una conoscienza dei fatti molto più pregna di sfumature che non cadono nel didascalico da didattica scolastica. La cosa importanteperò è come la storia in sé possa essere contestualizzata attraverso la telecamera, i diversi elementi poi della settima arte valorizzano e romanzano i passaggi così da poter dare uno spaccato che varia sia dal fantasioso che nel realsitico-documentaristico. La Polonia nella sua grande sofferenza secolare (così come gli altri paesi balcanici) ci hanno offerto numerosi registi dal tocco di classe, il regista di cui parlo oggi è Andrzej Wajda.

 Ambientato nel 1794, esattamente dalla fine di marzo al 5 aprile, narra la vita tumultuosa di Danton, che dovrà fare i conti con l'Alto Consiglio e il Consiglio della Salute. E' un film di ambito storico-drammatico prodotto nel 1983, in Francia, per una durata complessiva di 136 minuti, in cui vi sono diversi personaggi dell'epoca tra cui ad esempio Danton, interpretato da Gérard Despardieu, oppure Maximillien de Robespierre, interpretato da Wojciech Pszoniack o anche Louis Antoine, amico di Danton, interpretato da Boguslaw Linda.


Il 1794 è conosciuto in Francia come il periodo del Terrore, caratterizzato dal dominio politico dei membri del Comitato di Salute Pubblica che con lo scopo di difendere i principe della rivoluzione non si fece scrupolo di fare carne di tanti francesi. Durante la scena iniziale del film, un bambino ripete a memoria i principi fondamentali della rivoluzione in modo autoritario: già con questo incipit si capisce subito la critica al periodo, che mostra il paradosso francese che mostra il terrore per salvare la libertà ottenuta. Attorno a Danton e Robespierre ruota l'intero film, entrambi mostrano due punti di vista differenti: Robespierre (interpretato da manuale dal buon Pszoniack) è freddo pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi invece Danton (qui intepretato egregiamente da Depardieu, che nonostante la poca somiglianza fisica col personaggio storico sfata quello che solo l'interpretazione può fare) è stanco del sangue e vuole raggiungere la pace. Dai loro scontri sui punti vista ideologici e dialoghi nascono le parti più intimiste, che solo una regia europea può offrire, che ben adatta il dramma storico L'affare Danton (1929), opera della polacca Stanisława Przybyszewska. Da non sottovalutare poi la visione d'insieme creativa, che non lascia da parte nella scenografia/trucco/costumi citazioni reali sia artistiche (come quadri), passando per i costumi d'epoca e infine la rappresentazione mai esaltata fornita dalla fotografia. Altra menzione va fatta per la colonna sonora di Jean Prodromidès che con il suo incedere oscuro e opprimente ci accompagna fino alla bellissima scena finale della ghigliottina.


Wajda, in conclusione, descrive con lucidità e freddezza questo momento di implosione della rivoluzione francese: Il confronto-scontro tra Robespierre e Danton diventa anche pretesto per un'analisi approfondita delle anime della Rivoluzione, finita sotto i suoi stessi colpi e le sue lotte fratricide. Sceneggiatura e dialoghi sono la cosa migliore, realizzazione molto realistica e incedere angosciante degli eventi sebbene sia tutto parlato, attori impeccabili. Diretto con stile sobrio senza farsi prendere la mano da un tema inevitabilmente trascinante. Un ottimo film, da proporre magari anche nelle scuole. Gli ultimi dieci minuti comunque sono da incubo, assolutamente eccezionali per crudezza e realismo. Bellissima poi la metafora che Danton stesso fa della rivoluzione, cioè che come Saturno divora i propri figli (come nel mito ellenico).



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