Smile (2022) Smiling faces show no traces of the evil that lurks within

 


Ebbene sì, come dice la canzone che ho citato "Smiling Faces Sometimes“, che è un famoso pezzo degli “The Undisputed Truth”, mai fidarsi di un sorriso perché non sai mai cosa si possa nascondere in esso, della falsità o magari una dannata maledizione. Indubbiamente, vi è anche il fatto che nemmeno io mi ero fidato di questo “Smile”, infatti era indubbia la mia visione della pellicola, ma spulciando molto tranquillamente tra le recensioni dei blog alla fine mi sono convinto a vederlo. Sono stato frettoloso nel giudicarlo, forse perché (lo sapete io non vedo i trailer/teaser) avevo notato qualche somiglianza con una pellicola che non guarderò mai, che porta il nome di “Truth or Dare”, e quindi me ne ero tenuto lontano etichettandolo come una scemata horror adolescenziale, cosa che in realtà era dannatamente lontano da quel pensiero. Nonostante non abbia tematiche nuove per il genere delle maledizioni, resta un film solido e ben recitato che si avvale di un’ottima atmosfera. Il film è stato un successo, dai 17 milioni di costo della produzione ne ha tirati su ben più di 200 milioni in giro per il mondo, film commerciale horror senza dubbio ma che vende benissimo la tematica del sottogenere che rappresenta. Il tutto è nato dal corto fatto dal regista stesso, “Laura Hasn't Slept” del 2020, il quale poi ha elaborato l’idea (anche la sceneggiatura) del film, che è sia la sua opera prima. Buona la prima, Parker Finn.


La trama vien da sé: In un reparto psichiatrico, la psichiatra Dr. Rose Cotter incontra una paziente ricoverata di recente, Laura Weaver, una studentessa di dottorato che ha assistito al suicidio del suo professore, e che afferma di essere l'unica a vedere un'entità che finge di essere altre persone che le sorridono. D'un tratto, Laura ha un attacco di panico e le convulsioni, e mentre Rose chiede aiuto, Laura le sorride prima di tagliarsi la gola con un frammento di un vaso rotto. Dopo il suicidio, Rose assiste a un paziente vulnerabile chiamato Carl che le sorride e grida che sta per morire. Quando ordina che Carl venga trattenuto, Rose vede improvvisamente che Carl aveva dormito per tutto il tempo. Preoccupata per il benessere mentale di Rose, il suo supervisore, il dottor Morgan Desai, le concede una settimana di pausa. Gli eventi soprannaturali continuano, danneggiando i rapporti di Rose con il fidanzato Trevor e sua sorella Holly; Rose ha infatti avuto una relazione tesa con quest'ultima sin dalla morte della madre violenta, che è andata in overdose e il cui corpo è stato scoperto da una giovane Rose. Alla festa di compleanno del figlio di Holly, il suo regalo viene in qualche modo sostituito dal gatto morto di Rose, scomparso la notte prima. Rose incontra un inserviente che le sorride, convincendola che ora è maledetta.



Consigliato senza dubbio, quello che a prima vista poteva sembrare un "horror ragazzata" in realtà tiene dei ritmi di tensione ben scritti, con introspezioni umane mai troppo esagerate e in particolare usa bene le riprese per giungere al climax delle scene, Parker Finn ha studiato bene le regole dei maestri. Strutturalmente l'artificio narrativo della maledizione è complementare (senza quella vena Carpenteriana) a quello usato da "It Follows " di David Robert Mitchell, solo che per varie ragioni è differente nella natura stessa di come avviene (più traumatica che venerea), oltretutto l'entità ci viene mostrata e non rimane nascosta. La pellicola si avvale di un buon cast (Kal Penn è da un po' che non mi capitava sotto vista) in particolare la figlia di Kevin Bacon, Sosie, regge per tutte le due ore grazie alla sua interpretazione. Non prendetelo troppo alla leggera, perchè il modo con cui colpisce lo spettatore è più che degno di lode. Forse il finale è prevedibile, ma non si discosta dal canovaccio tipico dei film che hanno come tematica le maledizioni.


Commenti

  1. Fai bene a tenerti lontano da Truth or Dare, continua pure a farlo, perché non ha nulla a che vedere con Smile, che reputo uno degli horror più riusciti e angoscianti dell'anno scorso.

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    1. Non so come tu abbia resistito nel vederlo tutto! Io l'avevo già fiutata lunga

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