The Caine Mutiny Court-Martial (2023) L'ultima parola di William Friedkin nel mondo del cinema


- "The Caine Mutiny Court-Martial" è un film che volevo fare, scritto originariamente da uno dei maestri del suo tempo, Herman Wouk. Sapevo di voler creare uno scenario altamente teso e pressurizzato, che si muovesse rapidamente come un pipistrello uscito dall'inferno. Ho scelto intenzionalmente di mantenere la questione del giusto e dello sbagliato quanto più ambigua possibile. Sono rimasto costantemente colpito dal livello di competenza che i nostri attori hanno portato nei loro ruoli e credo che queste siano alcune delle migliori interpretazioni che abbia mai visto. -

William Friedkin negli ultimi anni aveva reso più adamantino il suo lavoro attraverso adattamenti di opere teatrali, il suo singolare stile senza esagerazioni, com la sensibilità concreta per conoscere l'esatta etica di trasposizione cinematografica da aggiungere al materiale originale, senza togliere nulla al minimalismo altamente curato che è inerente alla maggior parte dei suoi lavori. Viene da sorridere ricordando che da giovane era uscito fuori dal (brutto) film di Sonny e Cher, che era un adattamento di "The Birthday Party" di Harold Pinter in cui William Friedkin aveva trovato la sua voce cinematografica. Dopo una serie di flop (critica/pubblico) negli anni '90, è stato un adattamento di "12 Angry Men" che lo ha aiutato a ritrovare la sua fiducia. Dato per morto creativamente parlando, visto come il passato dopo "The Hunted", la sua ultima possibilità per un film della Hollywood coi soldi. Deluso vero, ma fu la partnership indipendente con Tracy Letts che portò agli ottimi "Bug" e "Killer Joe" che vide Friedkin snocciolare due esemplari micidiali, un destro e un sinistro che hanno steso tutti i detrattori. Dai a William Friedkin, indebolito, un gioco per adattarsi e l'uomo si rigenererà nel suo essere migliore.




In questo grande disegno, "The Caine Mutiny Court-Martial" si inserisce perfettamente come canto del cigno cinematografico, un testo che ha sempre voluto adattare. Un'ultima grande opera teatrale per Friedkin (aiutato da Guillermo del Toro scelto come regista di riserva sul set, per via della sua età avanzata e della malattia), anche perché il materiale originale è perfettamente friedkiniano: non esistono chiaramente buoni e cattivi nel soggetti. Marziali, questi sono uomini imperfetti che in circostanze estreme fanno ciò che credono di dover fare per sopravvivere. Questo è "The French Connection", "Sorcerer", "To Live and Die In LA" e così via. Non sussiste giusto o sbagliato, solo gli scontri che si verificano quando due parti si trovano agli estremi opposti di quella sopravvivenza. L'adattamento di Friedkin, che è perfettamente pulito e meschino, come ci si aspetterebbe dal maestro, aggiorna l'originale per rendere il suo messaggio ancora più oscuro. Questo è il motivo per cui Friedkin già ci manca.



Direi quindi un esercizio, televisivo, magistralmente pulito per il genere che rappresenta (cinema d'inchiesta/giudiziario/piece teatrale), saper adoperare la telecamera e la sceneggiatura per più di novanta minuti tenendo alta l'attenzione non è cosa da molti, infatti Friedkin è un maestro per questo (facendo un po' il Lumet della situazione). Un leggero brivido mi è salito quando sono apparsi i titoli di coda, perché ho preso coscienza che non potrò più vedere nuovi film di Friedkin (di conseguenza anche di Lance), questo è un dispiacere ma il cinema rende eterni quando vi è il talento. Un film televisivo certo, ma anche una lezione di messa in scena e adattamento contemporaneo di un'opera teatrale, almeno vecchia di settant'anni che sottolineo non è una cosa da poco. Cast superlativo (che lo stesso Friedkin mise sull'attenti sin dai primi giorni di lavoro, visto che notò delle mancanze): Sutherland, Clarke, Jake Lacy, Monica Raymund, il già compianto Lance Derrick e Lewis Pullman, si sono tutti messi l'uniforme marziale e il fare giudiziario com tanto di maschera, davvero ineccepibili. Friedkin nelle sue rappresentazioni del male, porta l'ultima concezione del suo mostrarcelo (quasi in modo accademico) con la telecamera, in questo caso la "difesa del male per fare del bene". Un piu che mai interessante spunto finale è questo film, in una carriera che non è mai venuta nel saper intrattenere con la settima arte. L'ultima immagine della pellicola, che ora è l'ultima immagine nella leggendaria filmografia di William Friedkin, è un uomo che con aria di sfida lancia un drink in faccia a un altro uomo. Il modo perfetto per far uscire l'uragano Billy.








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