Vermines (2023) Arachnophobie mon amour




Non mi stupisce che Sam Raimi abbia scelto il regista francese Sébastien Vanicek come novello artefice di uno dei due (imminenti) film della saga di Evil Dead, del resto la regia vi è tutta come pure la scrittura dei personaggi. Claustrofobico, ansiogeno e tutto ambientato in un singolo luogo come può essere un condominio in quarantena da specie esotica letale. Di sicuro un incubo per gli aracnofobi, questi ragni presenti nel film sono micidiali nella loro evoluzione e nel modo di farsi sentire sempre in agguato. La New Wave francese tocca anche il genere dei ragni assassini allargandosi quindi verso il monster movie, una tappa obbligata alla fine, che non disdegna di certo se paragonata a quelle fatte in America, anche perché pregna del tipo di scrittura sociale tipica del tessuto popolare francese e del loro umorismo.



"Vermines" (chiamato Infested negli Stati Uniti) è molto probabilmente una delle più interessanti variazioni dei film horror incentrati sui ragni dai tempi di "Aracnofobia" del 1990, senza neanche scordarsi del goliardico "Eight Legged Freaks" del 2002. Messo da un punto prettamente realista questo film sta all'incendio della Grenfell Tower come "Cloverfield" sta ai fatti del 9/11, in pratica tutte le dinamiche di catastrofismo convertono in un singolo e unico luogo (peraltro davvero unico nella sua architettura esternamente), dove vari strati sociali si trovano nel combattere per la vita contro una minaccia inaspettata. È incredibile vedere un piccolo ragno velenoso scappare da una scatola di scarpe e provocare un'epidemia in tutto l'appartamento. Si crea abbastanza suspense semplicemente chiedendosi dove siano tutti; nelle prese d'aria, negli scarichi, in agguato nell'ombra e una volta che iniziano a crescere, sono cazzi amico . Naturalmente mi sarebbe piaciuto vedere dei ragni con effetti artigianali o addirittura reali, ma nessuno avrebbe mai accettato di recitare in questo film.

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