Chained (2012) Il serial killer che volle essere padre
Non stupisce quindi la scelta di Lynch di dirottare la pellicola verso una genere più particolare come quello del thriller psicologico. Il film quindi non risulta tantomeno il solito thriller con il prigioniero di turno ed il carnefice folle, quindi mutare e focalizzare il soggetto sul rapporto perverso e finto "padre/figlio" dove il padre era un serial killer ed il figlio un ragazzino rapito forzatamente dopo aver visto la madre è stata una bella scelta di copione. Il film può essere decifrato come uno studio su come sono fatti i mostri, a cui anche fa capolino un accusa su cosa può perpetrare l'abuso sui minori. Attraverso la storia di Bob, Lynch ha cercato di mostrare come la società lo trasformasse in un mostro attraverso l'abuso di minori. Con il bambino invece si esplora il tema di "natura contro cultura" e del percorso di formazione. Il personaggio interpretato da Farren è descritto come un bambino rachitico, un uomo di diciannove anni che ha smesso di maturare emotivamente a nove. Il bambino quindi non è diventato quello che Lynch ha definito "una replica in piena regola di Bob" perché ha un'infanzia amorevole. Ciò ha permesso a Lynch di confrontare e contrastare la natura ed evoluzione dei due uomini, ed in particolare non voleva far continuare il ciclo di violenza evitando così di rendere il bambino un killer, che secondo la regista stessa sarebbe stata una trovata noiosa.
Oddio cosa mi hai ricordato che dovevo vedereeee!
RispondiEliminaChe poi il protagonista è stato proprio in Twin Peaks del paparino, l'anno scorso.
Ed era cattivissimo.
Bene, bene^^
Moz-
Davvero non lo sapevo che era presente! Infatti debbo ancora veder la terza stagione.
EliminaArgh, scusa allora.
EliminaMoz-
Probabilmente l'avrò visto, perché ricordo la scena della pugnalata, ma poi niente più, quindi non sapendo dare un giudizio nel complesso, condivido le tue parole, anche se per me sarebbe 6 ;)
RispondiEliminaBoh sarà stato Vincent a trascinarmi nelle sue turbe 😂
EliminaEccomi qui a ricambiarti la gradita visita sebbene, ripeto, non seguo cineblog, eccetto Pietro che vedo qui sulla mia testa.
RispondiEliminaIn ogni caso, la tua immagine di copertina mi ha fatto troppo sorridere, e la frase subito sotto mi ha fatto ripensare al tuo commento.
Quanto al film, invece, discostiamoci, come hai detto tu, dal pregiudizio di "figlio d'arte", e aspettiamo nuove pellicole che andranno a definire ancora meglio la bravura di questa regista.
Concordo e grazie per il passaggio 👌
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