Pahanhautoja (2022) Io sono l'altra, covare il male dentro di sé

 


“Hatching” è uno di quei titoli di cui avevo intravisto il trailer al cinema, mi aveva tanto stuzzicato che mi ero promesso di vederlo. Partendo dal titolo, che non è “Covare” (traduzione per il mercato americano) nonostante rifletta anche parte del contenuto, senza dubbio. Il titolo originale è la parola finlandese “Pahanhautoja”, di cui ho avuto molti problemi a tradurla correttamente. Google non la traduce, altri riferimenti producono frasi minacciose tipo "Tombe del male" o semplicemente "Tombe" o "Il flagello di". Una sorta di parola idiomatica, credo, il poster finlandese ha difatti un uovo stilizzato come "O", a indicare che la traduzione inglese è abbastanza fedele a quella originale. In ogni caso, all'inizio del film, il titolo appare chiaramente: "Pahanhautoja". Fatto sta che il film diretto da Hanna Bergholm e sceneggiato da Ilja Rautsi è stato molto chiacchierato al Sundance Festival e si è pure aggiudicato il Grand Prix de l'Imaginaire. Meritatamente aggiungo io dopo averne visionato il contenuto.

La trama vien da sé: la dodicenne Tinja è costretta a praticare ginnastica dalla madre, un'ex pattinatrice divenuta influencer che gestisce un popolare blog incentrato sullo stile di vita della sua famiglia, composta anche dal padre e dal giovane figlio Matias. Un giorno, un corvo fa irruzione nel soggiorno volando attraverso la finestra e la madre gli spezza il collo dopo che Tinja l'ha catturato. Quella notte, la bambina si accorge che il corvo è ancora vivo ed è andato nel bosco, quindi lo uccide per porre fine alle sue sofferenze e scopre un uovo. Presumendo che appartenga all'uccello, sentendosi in colpa per quanto accaduto, Tinja lo porta a casa per prendersene cura e l'uovo cresce gradualmente di dimensioni.

Senza dubbio il film riflette la frase "le ossessioni dei genitori ricadono sui figli". Ma non solo: un po' racconto di formazione, un po' fantasy, un po' monster movie e senza dubbio molto body horror anni '80 (come Cronenberg insegna, finale su tutti) che richiama pure i classici racconti del male di Stephen King (in particolare "La metà oscura"). Un classico "IO è un altro" di Rimbaud, dove il doppio è sia per offendere che per difendere come in questo film. Il contenuto funziona, ma la forma talvolta è didascalica e sottolinea troppo quello che è lampante. Da vedere per la particolarità (nonostante i difetti) intrinseca della storia, non male gli effetti speciali di Conor O'Sullivan e l'animatronica di Gustav Hoegen. Buono il cast che rende credibile la messa in scena, Sophia Heikkilä si aggiudica il titolo di madre peggiore del 2022 con il suo personaggio.


Commenti

  1. Ben felice che sia uscito anche da noi, anche solo per rivalutare in positivo molte madri ;-) Cheers

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    1. Ahah di sicuro, questa qui presente nel film è proprio da raccomandare al diavolo!

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    1. Io adoro il tema dei doppioni, oltre che parte del mio segno di nascita, è una figura dannatamente intrigante a livello artistico ovunque essa sia messa come tema portante. Rimbaud è stato esemplare nel definirla nella sua opera.

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    2. lo vidi a Milano durante la convalescenza per l'intervento di asportazione del cancro, film particolare, mi è piaciuto ^_^

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