Beowulf (2007) La leggenda di Beowulf secondo Robert Zemeckis


Era da un po' che volevo parlare di questa pellicola, già in programma nel Dicembre dello scorso anno, ma tra una nuova visione e un'altra mi era stato difficile incastrarlo qui su Once. Questo lungometragggio animato era un passo dovuto durante la mia scorsa maratona filmica del regista Zemeckis, facente parte del suo trittico animato d'inizio duemila di stampo direi quasi invernale, di cui gli altri capitoli parlerò spero presto. Il tutto inizia con Neil Gaiman e Roger Avary (co-autore delle sceneggiature di Tarantino per un certo periodo), i due scrisserò un adattamento cinematografico legato alla famosa figura mitologica dell'omonimo poema (Beowulf) nel maggio 1997 (si erano incontrati mentre lavoravano a un adattamento cinematografico di The Sandman di Gaiman nel 1996 prima che la Warner Bros. lo cancellasse). La sceneggiatura poi fu opzionata dalla ImageMovers, nello stesso anno, con produzione della DreamWorks con Avary stesso come regista e Robert Zemeckis come produttore. Avary al tempo dichiarò di voler realizzare un film su piccola scala e grintoso con un budget attorno ai 15-20 milioni di dollari, sulla falsa riga di "Jabberwocky" o "Excalibur".


Il progetto alla fine si arenò, i diritti tornarono ad Avary, che alla fine diresse "Le regole dell'attrazione". Nel gennaio 2005, il produttore Steve Bing, per volere di Zemeckis che voleva dirigere lui stesso il film, rilanciò la produzione convincendo Avary che la visione di Zemeckis, supportata dalla forza della motion capture potenziata digitalmente, valeva la pena rispetto ad un film in presa diretta con attori. Zemeckis non era mai stato un fan del poema, ma si divertì a leggere la sceneggiatura. A causa dell'aumento del budget, Zemeckis disse agli sceneggiatori (sempre Avary e Gailman) di riscrivere lo script, perché non vi era niente che potevano aggiungere ulteriormente che sarebbe costato più di un milione di dollari. Infatti l'intero combattimento con il drago fu riscritto da uno scontro solo sonoro a una battaglia sulle scogliere e sul mare. Vi fu un lavoro dietro nella produzione animata che evolvette quando già era stato fatto per "Polar Express" dove su più fronti vennero incrementate le capacità delle animazioni fino a quelle del comparto sonoro. All'uscita nelle sale ricevette recensioni moderatamente positive da parte della critica, che si complimentò con gli effetti visivi CGI e le performance del cast, mentre criticava aspramente gli aspetti dell'interpretazione del poema. Il film non ebbe un gran successo al botteghino, avendo incassato solo 196,4 milioni di dollari su un budget di produzione di 150 milioni di dollari (esclusi i costi di marketing). Ma questo non svilisce la sua eredità nei film venuti dopo e l'eredità che ha lasciato.


La trama vien da sé: Grendel, creatura mostruosa che mette a ferro e fuoco la terra governata dal Re Hrothgar. In aiuto di questo ultimo arriva il più valoroso tra tutti gli eroi, il giovane e apparentemente invincibile Beowulf che, dopo un lunga lotta, ha la meglio sul mostro. Le fatiche dell'eroe però, sono appena cominciate: la madre di Grendel, vuole vendicare il figlio morto e così pone Beowulf di fronte a una scelta che avrà per lui e per il suo popolo conseguenze imprevedibili. Non mi stupì per niente il fatto che lessi in cui Zemeckis, Gaiman e Avary condividevano l'idea di dover espandere il poema originale. Beowulf è generalmente considerato un racconto pagano scritto da monaci cristiani, che per Zemeckis e Avary rappresentava la possibilità che la storia originale fosse stata manomessa per adattarsi meglio alla sensibilità cristiana. Difatti il film è pieno di scelte interessanti a livello di scrittura, con una notevole vena anni Ottanta e Novanta per certe introspezioni (e cafonerie). Zemeckis, in fase di produzione, insistette molto sul fatto che il personaggio di Beowulf venisse elaborato sul modello delle raffigurazioni di Gesù, in questo anche la storia ne fornisce il pretesto per la somiglianza nonostante le variazioni truculente ed erotiche che furono implementate nella seconda rilettura della sceneggiatura. Tra le miriadi chiavi di lettura si possono estrapolare dal film, si va dai temi sessuali Freudiani passando per la lotta dei generi ma anche lo scandalo Clinton, quelle che mi sono più rimaste in mente sono la raffigurazione dell'eroe decaduto (in contrasto con il poema) e il passaggio da Paganesimo al Cristianesimo nelle culture del Nord. Zemeckis è anche un maestro dei viaggi nel tempo, sia che essi siano letterali o vere epopee con tanto di spaccati civili/politici/sociali e questo si riflette molto bene nel film.


Che Zemeckis fosse qualcosa in più che un cineasta del miglior cinema mainstream lo si sapeva, e ancora una volta ne abbiamo la conferma. Può anche darsi che fare un fantasy oggi sia convenzionalmente cool (del resto con il genere si misurano ormai cineasti di varia natura) e che realizzarlo in motion picture, con lo stile dell'animazione tridimensionale sia un modo piuttosto ammiccante di sbancare i box-office, ma Beowulf è un film visivamente splendido, che riesce nella non facile impresa di aggiungere sfumature psicologiche non banali sorpassando la stupefacente ma spesso sterile spettacolarità di "eventi" del genere.
Direi che passati i suoi 15 anni il film regge ancora la sua fama che lo rese ben accolto al tempo, nonostante qualche difettuccio comprensibile, visto che la grafica, da allora, ha fatto passi da gigante. La sceneggiatura di Neil Gaiman e Roger Avary (il soggetto dal fumetto da cui è tratto era sempre loro) regala tutto quello che si può chiedere al genere fantasy con tanto di colonna sonora del mitico Alan Silvestri. La storia è densa di sangue, tradimenti, sesso, ironia e combattimenti. Zemeckis ci mette tutto alla regia avendo piena libertà, non per nulla mischiare attori reali con computer grafica è stato uno dei tanti suoi famosi lavori nella settima arte. Gran cast di attori: Ray Winstone, Hopkins, Malkovich, Robin Wright, Brendan Gleeson, Crispin Glover, Alison Lohman e per finire una più che mostruosamente affascinante Angelina Jolie. Ottimo anche il doppiaggio italiano.



Commenti

  1. Non è un brutto film ma, negli stessi anni (un po' prima) usciva Beowulf & Grendel, che m'è piaciuto molto di più... Comunque ogni ripresa di questi miti è benvenuta.

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    1. Quella è una pellicola che debbo recuperare, mi ricordo anche di quella con Lambert e Rhona Mitra.

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  2. Film che amo ed odio come pochi altri 😂 guilty pleasure d'eccezione, ma la perizia di Zemeckis è innegabile e impreziosisce anche le peggio cafonate.
    Penso che con una diversa sensibilità questa variazione sul tema avrebbe potuto riservare gioie ben diverse...

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    1. Direi che nel suo trittico d'animazione, questa in particolare, risulta la più anticonvenzionale e rozza nella narrazione.

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