Salem's Lot (1979) Le notti di Salem, i vampiri di Tobe Hooper


Questa che ci troviamo davanti risulta un adattamento di un'opera di Stephen King, estremamente suggestiva, che crea progressivamente suspense, alzando abilmente la posta in gioco mentre un antico male (come l'arrivo di Dracula a Londra) cresce e si diffonde gradualmente nella sonnolenta comunità del Maine; nelle mani di Tobe Hooper c'è un vero senso di strisciante e tensione palpabile nel racconto che dimostra semplicemente perché fosse un maestro assoluto nel genere horror. Questo progetto è stato originariamente prodotto per la rete televisiva, ma a merito del regista non sembra essere realizzato in modo meno impeccabile di uno dei suoi lungometraggi, costruendo veri crescendo, che sono altrettanto spaventosi di qualsiasi cosa realizzata per il grande schermo in quel periodo. Il modo in cui Hooper giustappone la bizzarria alla minaccia persistente, trasformando ciò che inizialmente è familiare e quotidiano in qualcosa di molto più sinistro, mentre questi strani eventi iniziano a prendere piede. Una durata più lunga (in totale circa tre ore in due parti) consente di arricchire davvero la città, prendendo tempo per stabilire le persone particolari che la abitano e per impostare le varie connessioni che hanno tra loro prima che ciascuna inizi a cambiare.




Come in gran parte delle opere di King, c'è un persistente senso di trauma del recente passato che attraversa tutta questa storia, una qualità inquietante che si manifesta pienamente nelle scene in cui vampiri appaiono alla finestra; quelle sequenze sono giustamente iconiche, riescono a trasmettere quella sorta di paura primordiale mentre le persone intorno a te si trasformano in qualcosa di sconosciuto e spaventoso, il genio/talento di Hooper è stato nel sfruttare i limiti della violenza televisiva a favore dell'atmosfera . Il graduale passaggio di questa città al vampirismo viene portato in vita (o morte) e interpretato con vera fisicità dal cast, ognuno incredibilmente convincente nel trasmettere il nuovo stato spettrale di questi personaggi come figure non morte che invitano gli altri al loro destino, la storia mette elementi del folklore europeo (qui il vampiro è identico al conte Orlock di Murnau) fianco a fianco con il mondo moderno (che ha contribuito a ispirare i successivi eredi da Buffy a Fright Night) è reso intrinsecamente più agghiacciante grazie a quelle esibizioni viscerali. Hooper usa questo senso del misterioso per creare un adattamento fenomenale pieno di terrore che giace appena sotto la superficie; anche se alcuni effetti sono un po' sciocchi agli occhi moderni, e che le restrizioni della rete televisiva a volte possano impedire a questo di andare ben oltre con il materiale originale, è comunque una resa evocativa che lascia un impatto duraturo.



Direi che alla fine dei conti rispecchia il più classico degli stili cinematografici a tema del vampirismo, tipicamente in salsa americana. Tobe Hooper non potendo contare sull'aspetto più violento nelle limitazioni del format televisivo, sceglie di giocare la regia sull'atmosfera, in questo prende spunto dal maestro del gotico italiano Mario Bava, in particolare per il terzo atto (che purtroppo risulta troppo velocizzato). Senza dubbio, uno degli adattamenti più riusciti di un'opera di King, in cui vengono rispettati sia il tempo narrativo che l'orrore di per sé. Buono il cast, in particolare il solito James Mason che come caratterista è sempre un bel vedere pure nelle vesti di un elegante servitore del male, senza scordarsi del mitico David Soul e anche della bella Bonnie Bedelia. Come sempre gli anni 70 si dimostrano maestri di genere moderno rispetto a quello contemporaneo.

Commenti

  1. L'avevo guardato nel lontano 2006 e mi aveva molto annoiata, nel complesso, mi aveva lasciato una sensazione di occasione perduta. Ho ancora lì il DVD, che vorrei riguardare in occasione dell'uscita del remake, ormai perso in un limbo distributivo.

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