Furiosa: A Mad Max Saga (2024) Welcome to this crazy time, tough girl


Molti dicono che la serie "Mad Max" debba essere considerata ormai come un'opera di folklore, come l'Iliade o L'Odissea di Omero, piuttosto che come una serie di film e basta, e "Furiosa" lo rende palese ancora di più. George Miller prende il concetto stesso di prequel inutili e lo trasfigura in una forma degna del Valhalla. Miller vero creatore di miti, va a segno anche questa volta, probabilmente artefice di una delle migliori costole narrative (in gergo spin-off, anche prequel in questo caso) che il cinema contemporaneo abbia mai visto, che con molta probabilità difficilmente ancora vedrà, anche perché rifugge tale etichetta rendendosi testa portante che fa sembrare il suo seguito parte integrante di una sola pellicola. Solo un grande artigiano come lui poteva prendere le premesse del personaggio di Furiosa, in Fury Road, ampliandole così profondamente da crearne un film a sé stante ma anche totalmente pregno dell'anima che ha reso leggendaria questa saga (ormai generazionale), del resto il finale a chiusura circolare riporta direttamente all'opera precedente come era prevedibile.



La realizzazione tecnica è indiscutibile, così come la resa grafica dell'opera che nella fotografia di Simon Duggan trova ottimi spunti panoramici in linea con il racconto: la pace di un'oasi in mezzo ad un arido deserto, la sporcizia degli spazi chiusi in necrosi come le anime dei sopravvissuti che vi dimorano, la poetica dell'arte in mezzo al degrado come un atollo incontaminato nascosto tra le fiamme di un inferno che non smette di bruciare. Spesso viene da chiedersi come Miller (lo stesso si può dire anche di Miike) possa avere tre tempi cinematografici così ben calibrati nella propria visione di cinema, perché passare dal degrado ultraviolento a quello favolistico di maiali che addestrano pecore (o pinguini ballerini) con tanta grazia è solo per pochi, molti in questi sfociano nel ridicolo perdendo il tocco della fantasia empatica che da vita alla storia. Perché questo film parla in particolare di vita, ma anche della vendetta e quello che lascia dietro di sé, senza contare poi la guerra intrinseca nella natura umana.


Anya non delude (e non fa rimpiangere per nulla la mancata presenza della Theron), la sua Furiosa è come una bellissima rosa di Gerico nel deserto, che si apre e si chiude quando sente sgorgare uno zampillo di speranza e lottando con tutta la sua volontà per sopravvivere, in un mondo ormai divorato dalle peggio situazioni post-apocalittiche. Davvero una grande prova che cementifica ancora di più il suo status nel cinema contemporaneo. Il restante cast offre la controparte che il film necessita tra ritorni (Nathan Jones, Angus Sampson) e nuovi volti (Tom Burke, Chris Hemsworth, Charlee Fraser) che rendono ancora più nitido il quadro umano del racconto incorniciandolo in quei personaggi fuori dalle righe che la saga ci ha sempre regalato.


Un racconto di formazione mascherato da un intenso thriller di vendetta post-apocalittico, di innegabili dimensioni, George Miller è un cineasta assolutamente pazzo (che trova anche il tempo di citare Sergio Leone tra una scena e l'altra), ci sono sequenze in cui i set e tutto il team creativo mettono in ballo un'azione senza fine di livelli castrafoci tra distruzione di città e corse forsennate, un tocco che solo Villeneuve e Nolan hanno potuto infondere recentemente nei loro blockbuster in questo momento. Azione pura (una scena in particolare è da incorniciare per la genialità con la quale è stata elaborata), sentimenti forti e tanta voglia di andare a rivederlo di nuovo. Due ore e passa di puro intrattenimento come il Cinema comanda dove George Miller colpisce forte ancora, in questo nuovo lavoro che fa da testa a Fury Road, in cui risiedono tutte le peculiarità che hanno reso famosa questa saga, partendo dai pazzi psicopatici motorizzati ai sentimenti più profondi in lotta tra vendetta e speranza in uno scenario post-apocalittico.




Commenti

  1. Miller era chiamato come minimo al film dell'anno, si è superato a destra sgommando, onore al V8 e a Miller, il George giusto quando si tratta di preque le non solo ;-) Cheers

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