The Taking of Pelham One Two Three (1974) Il colpo della metropolitana (Un ostaggio al minuto)




Questo che propongo oggi è un crime movie (o poliziesco) della vecchia scuola (festeggia i suoi bei cinquant'anni), anni 70 una grande annata che ha dato tantissimo ai generi tra originalità e innovazioni, girato con tutti i crismi nel quale alla ben elaborata vena thriller vi si aggiunge un'ironia davvero tagliente che sa stemperare (ma anche criticare una certa élite americana). Esistono ben tre differenti versioni, compresa questa, del romanzo (omonimo scritto da Morton Freedgood sotto lo pseudonimo di John Godey) a cui la pellicola è ispirata e per la regola del dover essere sempre diversi sono tutti e tre adattati metodologia differente. Il romanzo e il film sono usciti durante la cosiddetta "età dell'oro" dei dirottamenti negli Stati Uniti dal 1968 al 1979. Inoltre, New York City si stava avviando verso una crisi finanziaria; la criminalità era aumentata in tutta la città (come illustrato nel fcontemporaneo "Death Wish"); e la metropolitana non era percepita come né sicura né affidabile. I retroscena di questo film sono tantissimi: dalle condizioni della metropolitana in cui lo stesso cast e crew vociferavano di batteri, topi e insetti malevoli fino a passare dalla non presenza dei graffiti (al tempo una problematica dell'urbanistica quanto dei trasporti urbani nella città di New York) e senza neanche contare le partite a ping pong dove Robert Shaw batte tutti quanti nella pause di riprese.


Di sicuro la curiosità che più rende interessante la realizzazione di questo film risiede nella scrittura della sceneggiatura: knizialmente, la Metropolitan Transportation Authority (MTA) si rifiutò di collaborare con i realizzatori. Il romanzo di Godey era più dettagliato su come i dirottatori avrebbero raggiunto il loro obiettivo e riconosceva che il successo del colpo non si basava esclusivamente sulla sabotazione della "funzione dell'uomo morto" nella cabina del conducente. Lo sceneggiatore Stone, tuttavia, fece del meccanismo di override immaginario il fulcro della sceneggiatura. Joseph Sargent (il regista) nelle interviste disse: - Stiamo facendo un film, non un manuale sul dirottamento della metropolitana ... Devo ammettere che la gravità del dirottamento drl Pelham non mi è mai venuta in mente finché non abbiamo ottenuto la reazione iniziale dell'AT. Hanno pensato che fosse potenzialmente un precedente, non per un professionista incallito, come i criminali del nostro film, ma per i pazzi, in realtà i professionisti possono vedere subito le assurdità della trama, ma i pazzi non ci ragionano. Ecco perché sono pazzi, abbiamo ceduto volentieri riguardo al sabotaggio del meccabis o d'emergenza. Un regjsta responsabile lo farebbe se si imbattesse in qualcosa che potrebbe sfociare in una nuova forma di follia. È importante non essere troppo plausibili. Contiamo sullo stile, sul fascino e sulla comicità del film per dire, almeno a livello subliminale, "Non prenderci troppo sul serio. -



Fatto sta, visto il successo del film, che per diversi anni dopo l'uscita, la New York City Transit Authority non programmò alcun treno in partenza dalla stazione di Pelham Bay Park alle ore 1:23. Sebbene questa scelta sia stata infine revocata, hanno generalmente evitato di programmare un treno Pelham a quelle ore. Inoltre i titoli di coda contengono una clausola di esclusione della responsabilità secondo cui l'autorità di transito non fornirono consigli o informazioni da utilizzare nel film. Infine dopo otto settimane di trattative, e grazie all'influenza del sindaco John Lindsay, la MTA cedette, ma richiese che i produttori stipulassero 20 milioni di dollari in polizze assicurative, inclusa una speciale "kook coverage" nel caso in cui il film ispirasse un dirottamento nella vita reale. Ciò si aggiungeva a una tariffa di $ 250.000 per l'uso dei binari, della stazione, dei vagoni della metropolitana e del personale TA. La produzione iniziò con scene all'interno del tunnel della metropolitana. Queste furono girate nel corso di otto settimane sui binari locali della IND Fulton Street Line presso la stazione abbandonata di Court Street a Brooklyn. Chiuso al pubblico nel 1946, divenne una location per le riprese e in seguito sede del New York Transit Museum. Tra gli altri film, la stazione di Court Street è stata utilizzata per The French Connection (1971), Death Wish (1974) e il remake del 2009 di Pelham. In questo contesto di scenografia inoltre si può notare l'ottimo lavoro svolto dal direttore della fotografia Owen Roizman, già a suo agio nella location perché partecipe del film di Friedkin. 




La pellicola ha avuto la "sola sfortuna" di essere un thriller realizzato negli anni '70, questo comportò che invece di ottenere i plausi, i premi e l'enorme successo al botteghino, che ovviamente meritava, ha finito per stagnarsi parzialmente sotto una discreta quantità di enormi produzioni di altri film simili realizzati in quel fertile decennio cinematografico. La trama di base, su una banda di criminali che portano soprannomi dei colori (poi presa da Tarantino come tributo in "Reservoir Dogs) che dirottano un treno della metropolitana di New York e chiedono un riscatto di un milione di dollari, non si avvicina molto a riassumere tutto quello che accade. Certamente non ti dà alcuna idea della meravigliosa interazione tra Matthau e Robert Shaw, che va avanti per tutta la durata del film. Ma in particolare anche per tutte le altre sottili interazioni dei personaggi (anche minori) che formano un quadro di realismo non forzato, ma anzi che risulta dannatamente spontaneo e genuino nel mostrarsi in tutte le sue sfumature sociali.



Dal punto di vista del cast difficilmente si poteva chiedere di meglio: Matthau perfettamente laconico come sempre a suo agio nel sguazzare nella commistione tra serio e  humour (il suo ultimo sguardo a chiusura del film è da Oscar), Shaw perfettamente malvagio come sempre, Balsam gran caratterista spesso dimenticato, Lee Wallace nei panni del sindaco di New York City è sia esilarante che orribile in egual misura in uno splendido piccolo ruolo di supporto e poi anche i restanti dirottatori che portano i nomi di Héctor Elizondo e Earl Hindman che contribuiscono ancora di più al colore delle interpretazioni. A tutto questo fa da compositore il solito David Shire che non fa mancare niente ai suoi pezzi musicali, adatti per il genere trattato. Insomma il regista Joseph Sargent, nonostante una carriera in cui non ha brillato finita poi in TV, può vantarsi davvero una perla di genere che soltanto a pochi può venir fuori e rimanere così iconica nel tempo per la sua freschezza narrativa.



Commenti

Quello che tira di più