Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi della vita e ad amare la settima arte
domenica 3 dicembre 2017
The Grandmaster (2013) Kung Fu e vita secondo Wong Kar-wai
The Grandmaster (Yut doi jung si) è un film del 2013 scritto (assieme a Zou Jingzhi e Xu Haofeng) e diretto da Wong Kar-wai e interpretato da Tony Leung e Zhang Ziyi. È basato sulla vita di Yip Man, maestro di arti marziali Wing Chun e mentore di Bruce Lee. Non mi sento di definire The Grandmaster un film di arti marziali, perlomeno non nel senso letterale e vincolante del genere. Dato che oltre il seguire determinati fatti autobiografici del noto Maestro Ip Man, porta anche ad una fusione del wuxia movie con il melodramma in un arco storico pieno di trasformazioni che influenzano le vite di questi maestri dell'arte del Kung-Fu e non. Una storia che segnata dalla sofferenza, dalla disgregazione dell'animo di questi personaggi, ponendo fine a quella ricerca di armonia che è alla base dell'insegnamento di questa nobile arte. Rimane il rimpianto di una storia d'amore incompiuta, di una memoria dolorosa che lo struggente finale accompagna sulle note di C'era una volta in America di Leone il quale rievoca anzi omaggia degnamente l'ultima pellicola del Maestro (si veda il finale). Anche se a primo impatto il montaggio da parte di William Chang può sembrare un po' inusuale, visti anche i salti di tempo e flashback presenti dentro, però alla seconda visione si può prendere atto che giovano alla narrazione senza renderla mai dispersiva. Resta comunque un fascino visivo straordinario, curatissimo nei dettagli ed esteticamente ineccepibile, si vedano le coreografie nei combattimenti di Yuen Wo Ping (Matrix, Kill Bill, tra gli altri) che mette in evidenza quanta attenzione andasse offerta alla musicalità' del movimento.
La pellicola è ricca anche di ellissi che forse appesantiscono la fruibilità del film con il vago sospetto di aver visionato una versione più ridotta rispetto alle intenzioni del regista. All'interno troviamo di tutto: la lotta dei sessi, il senso dell'onore e i limiti della vendetta, temi cari al cinema orientale rielaborati in una storia che è anche, e soprattutto, un omaggio alla filosofia del genere arti marziali. Menzione d'onore per l'amore manieristico della messa in scena di Kar-wai, sia attraverso la fotografia di Philippe Le Sourd e le scenografie di William Chang che immergono lo spettatore dentro un'epopea di vita e lotta che difficilmente si scorda. Il cast è perfetto e veramente molto ben caratterizzato dagli attori: a partire da un mirabilmente calato nel ruolo Tony Leung, passando poi alla solida presenza di Zhang Ziyi ed anche alla bravura di Cung Le e cosi via. La colonna sonora di Shigeru Umebayashi e Stefano Lentini è praticamente un'estensione del film che supporta totalmente le azioni e le stasi dei personaggi, inoltre vi è anche omaggio al Maestro Morricone dato che nel finale risuona la bellissima Deborah theme.
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Da amante dei wuxia movie l'ho visto e mi è piaciuto, ma preferisco altri, anche se è stato davvero interessante vedere questa bella storia ;)
RispondiEliminaNon è un film per tutti...ma la forma con cui è stata esposta la storia è incantevole.
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