Deep Rising (1998) Il Ghost Ship Monster Movie di Stephen Sommers

 

Stephen Sommers non ha bisogno di molte presentazioni, in pratica è stato il regista giusto al momento giusto a Hollywood, per un certo periodo di tempo che va dalla fine degli anni Novanta fino all’inizio del duemila. Purtroppo, il suo talento nel realizzare pellicole fracassone ma al tempo stesso dei godibilissimi blockbuster aveva almeno dieci anni d’autonomia, sia per i tempi che cambiavano e anche perché a Los Angeles certi passi falsi non si perdonano al botteghino. Finito ormai nel dimenticatoio del cinema che conta, sono ormai dieci anni dal suo ultimo film uscito in sala, relegato a produttore di produzioni direct-to-video della creatura che ha portato l’ex The Rock alla fama mondiale, sto parlando ovviamente di “The Scorpion King”. Tralasciando questi tempi oscuri della sua attività è sempre stato un autore incline alle grandi avventure di genere, spaziando tranquillamente dal classico horror al fantasy (nello stesso tempo) senza troppe problematiche di sorta e portandosi dietro i residui bellici stilistici dei grandi film di fine anni Ottanta e d’inizio anni Novanta. Uno dei suoi più grandi pregi è stato di avermi cresciuto tramite le sue pellicole: “La Mummia”, “Van Helsing” e questo “Deep Rising” sono probabilmente il suo fiore all’occhiello nel quale ha riversato tutte le sue capacità creative, alla quale possiamo aggiungere anche “The Mummy Returns” del 2001. Fatto sta che nel 1998 si trovò per mano un sostanzioso budget (di 45 milioni di dollari) per dirigere un film scritto e diretto da lui stesso, l’accoglienza non fu clamorosa (un fiasco), col passare degli anni diventò una pellicola di culto per gli appassionati di genere, ma nonostante questo gli furono aperte le porte a Hollywood e un anno dopo raggiunse il successo grazie a “The Mummy”.

Stephen Sommers iniziò a scrivere la sceneggiatura di Deep Rising, allora chiamato Tentacle, quando lavorava alla Hollywood Pictures a metà degli anni '90. Claire Forlani fu originariamente scelta per il ruolo di Trillian St. James, ma abbandonò dopo soli tre giorni di riprese, a causa di differenze creative con Sommers, e Famke Janssen fu successivamente scelta pert il ruolo. Janssen prese la parte nonostante i produttori la ritenevano troppo riconoscibile da “GoldenEye”. Harrison Ford ha rifiutò il ruolo di John Finnegan, che in seguito andò a Treat Williams, e di conseguenza il budget del film fu notevolmente ridimensionato. Le riprese iniziarono il 12 giugno 1996 e durarono fino al 18 ottobre dello stesso anno. L'uscita del film era originariamente prevista per l'autunno del 1997, ma fu posticipata fino al febbraio 1998 successivo. La Industrial Light and Magic fu responsabile degli effetti speciali del film mentre Rob Bottin, che aveva precedentemente lavorato a The Thing e a RoboCop di Paul Verhoven, fu assunto come designer di effetti speciali per il trucco. La trama vien da sé: durante un viaggio sul Mar Cinese Meridionale, la nave da crociera Argonautica viene mandata in avaria da un traditore, disattivando tutti i motori, i sistemi di comunicazione e satellitari, mentre nello stesso momento viene violentemente attaccata da qualcosa che proviene dalle profondità dell'oceano. Nel frattempo, la nave Saipan, capitanata da John Finnegan, mentre trasporta un commando di terroristi verso la loro missione, subisce gravi danni allo scafo ed è costretta ad ormeggiarsi all'Argonautica in cerca di pezzi per riparare la loro nave. I terroristi decidono di salire sull'Argonautica e portano con loro Finnegan e il suo meccanico Joey, mentre sulla Saipan rimangono la fidanzata di Joey e un componente del commando terroristico.

Deep Rising in fondo è un film scanzonatissimo, con uno stuolo di protagonisti perfetti per i rispettivi ruoli (buoni e cattivi) con mostri viscidi dai rimandi alla Lovecraft che ancora oggi fanno la loro figura, nonostante l’età degli effetti speciali, mi ci sono affezionato fin dalla prima visione. La pellicola ha molti rimandi ad altre che sono uscite prima di lei, in particolare “Event Horizon” e “Alien: Resurrection”, sembra che ne abbiano preso dei passi fondamentali durante l’anno di gestazione della produzione del film, tutto questo poi si vedrà anche in “Ghost Ship” del 2002. La colonna sonora di Jerry Goldsmith è sempre adatta a questo tipo di pellicole, difatti ne regge il banco per tutto il film, nel quale un ipotetico Ian Solo (Treat ha anche fatto parte di Guerre Stellari nella sua carriera) riesce a cavarsela con i suoi amici alla fine dell’avventura, ma con il classico finale in stile anni novanta. Un mix divertente, a tratti avvincente, che regala in un’ora e tre quarti di avventurosa allegria al limite del paradossale. Tra situazioni particolarisisme e dialoghi stupidi dal tono demenziale, il film è godibile proprio per la semplicità con cui si presenta allo spettatore tutt’altro che smaliziato. Gli attori sono tra i meglio caratteristi da manuale che si potevano trovare nel periodo: Wes Studi, Famke Janssen, Cliff Curtis, Djimon Hounsou, il feticcio del regista Kevin J. O'Connor e Anthony Heald. 


Commenti

  1. Quanto gli ho voluto bene a questo film, una volta dovrei rivedermelo, anche solo per i nomi coinvolti e quella Famke Janssen, sempre splendida. Cheers!

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    1. Si rivede che è una bellezza, sia per ambientazione che per andamento narrativo.

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