The Passion of the Christ (2004) La Passione di Gesù, secondo Mel Gibson
Che si può dire a vent'anni dall'uscita, che non sia stato già detto o discusso, su questa pellicola polarizzante fatta da Mel Gibson? Dal canto mio, cattolico (battesimo, comunione, cresima) non praticante, da un lato ma anche appassionato storico posso dire che l'evocatività della messa in scena, indubbiamente, combacia con l'armonizzazione della sceneggiatura (che trae spunto da differenti soggetti, oltre che quello del vangelo).
L'incipit nel campo degli ulivi è forse la parte più densa, un preambolo devastante ben coadiuvato dalla fotografia di Caleb Deschanel che non viene mai meno per tutto il film. Le ultimi 12 ore di Gesù sono riportate in tutte il suo calvario esistenziale, che tramite le analessi temporali messe in modo intelligente (John Wright al montaggio) combaciano perfettamente con il messaggio voluto dal regista stesso. Per milioni di persone, Mel Gibson mostra loro Gesù e la salvezza. Detto questo, Gibson ha davvero toccato il nervo più sensibile, ma non posso biasimarlo minimamente. Si esprime attraverso il mezzo che io e voi amiamo, ovvero il cinema, usando il testo della sua Bibbia come base.
Mentre molti credono che l'antisemitismo personale di Gibson traspaia nel film, sono convinto che le azioni dei leader ebrei siano più politiche che religiose, concentrandosi maggiormente sui pericoli della teocrazia e dell'oppressione governativa in generale. Religione a parte, ho pensato che Gibson abbia preso decisioni stilistiche perfette per questo film. Quanti altri registi avrebbero girato questo film in aramaico ed ebraico? Quanti altri registi si rifiuterebbero di fare battute di fronte alla violenza raccapricciante? Non mi viene in mente nessuno. La parte splatter/gore è realistica e non impressionante per un fan navigato come me nel genere horror, la trovata che alza il valore è la recitazione nelle lingue antiche che mette una marcia in più nelle capacità di recitazione. Un gran cast poi: Jim Caviezel e la Morgestern su tutto e tutti, interpretazioni sentite e viscerali, ma poi non male anche il restante come la Bellucci, Gerini, Celentano, Marotta, Zivkov, De Vito, Lionello, Sartor, in pratica ognuno degli interpreti è maledettamente adatto al ruolo sia anche nel poco minutaggio che viene riservato a certi.
La Passione viene spesso definita un film horror o un torture porn, e sebbene concordi parzialmente con il primo paragone, sono totalmente in disaccordo con il secondo. Come i migliori horror, La Passione usa la sua violenza viscerale come espediente narrativo per esprimere l'intero spettro emotivo e corpus del testo da cui prende origine, ma non viene mai sfruttata per creare emozioni a basso costo come il torture porn. Tutto poi viene esaltato dalle scenografie di Francesco Frigeri, dai costumi di Maurizio Millenotti, dagli effetti speciali di Keith Vanderlaan e infine dalle musiche oniriche di John Debney. Un film sentito dal regista, ma anche indubbiamente da chi vi ha preso parte.
Da un lato è un po' troppo in tutti i sensi, dall'altro solo così si può capire la sofferenza.
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