Una gran schiera di persone quando parla dell'horror all'italiana venuto dopo il capogeneri Bava, tira sempre in mezzo il buon Dario, ma bisogna ricordarsi che se Dario è Argento allora Fulci è Oro (colato in gola, come per la triste fine di Manio Aquillio per mano di Mitridate VI). Avevo già aperto i cancelli dell'inferno parlando del film che spalanca le porte di questa mitica trilogia, nominata Gates of Hell all'estero e Trilogia della morte qui in suolo italico, quindi non potevo tralasciare indietro il secondo grande atto di Fulci. Spaghetti horror o southern gothic, scegliete voi, ma questo del 1981 è senza dubbio uno dei film più importanti del panorama horror italiano dell'epoca e dei giorni a noi contemporanei. Considerato un classico ormai in tutto il mondo e disponibile in numerosissime versioni in dvd, L'aldilà è il film per eccellenza del grande regista romano.
Visionario e cruento che violenta/sconvolge lo spettatore con la sua grand guignol, dove i presupposti per un gran classico vengono tutti rispettati: una storia onirica ben archittetata scritta dal regista stesso assieme a Dardano Sacchetti & Giorgio Mariuzzo, gli effetti speciali efferati di Giannetto De Rossi (con Maurizio Trani di cui è anche merito del trucco), cast azzeccato (la solita Catriona MacColl, ma ancora di più un'iconica Cinzia Monreale) e una tensione che sale ad ogni minuto che trascorre accompagnata dalla diabolica colonna sonora composta da Fabio Frizzi. Ironico notare come in origine nella versione pensata da Fulci, non vi erano gli zombi che furono richiesti dai produttori esteri di mercati, come Germania e Giappone, per proseguire quel successo che si era manifestato in tutto il mondo con il film Zombi 2 (all'estero Zombie) da lui diretto. Nel momento in cui inizia questo film, è già troppo tardi. Ogni momento sembra sempre onbroso, nefasto, terribile. Le scene scivolano confusamente l'una nell'altra e anche gli spazi tra gli spazi si interrompono nel tempo, l'inferno è una perdita costante in cui la rovina apocalittica è lenta ma inesorabile. L'unico film che possa competere, nella mia personale agenda, con tale scoperchiamento dell'inferno è "Prince of Darkness" di John Carpenter. Il surreale, l'incubo, la più bieca e primordiale paura e la violenza danzano all'unisono creando morte e caos.
Messo da conto che in modo opinabile, questa pellicola possa essere ritenuta il picco della trilogia, resta pura arte: immagini evocative e colonna sonora suggestiva si mischiano nel migliore dei modo. Rivedendo il film di Lucio Fulci si nota come i più grandi registi di genere (se non anche i Game designer, vedasi Silent Hill) siano stati influenzati dalle inquadrature ispirate e dalle stupefacenti rivelazioni raggiunte con la tecnica di ripresa presenti nei suoi film che ne hanno fatto di lui un genio, che purtroppo non ha avuto in vita il riconoscimento critico che avrebbe meritato. La sua umanità e le sofferenze della sua vita trapelano nei suoi film. Anche in questo, per quanto crudeli che siano le immagini, viene fuori la purezza di fondo del regista, analoga a quella di altri autori del genere più celebrati e fortunati di lui. "L'aldilà" è un film onirico, di rara visionarietà, che trasmette un autentico senso del soprannaturale e un terrore ancestrale degno degli scritti di Poe e Lovecraft. Oltretutto quel finale, surreale e onirico rimane incastonato nella mente.
L'ho visto la prima volta ragazzina. E' stato odio a prima vista. Non poteva andare diversamente, impregnata com'ero di robe USA. La seconda visione mi ha folgorata e ora è diventato uno degli horror che preferisco.
RispondiEliminaDavvero? La prima volta per me è stata leggendaria 🤣, eppure anch'io ero abituato al fare americano. Come sempre la prima volta è diversa per tutti.
EliminaBen poco da aggiungere, che atmosfere, che lavoro pazzesco.
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