Conquest (1983) Creare il mito nel cinema, il genere fantasy secondo Lucio Fulci


Questo film è uno dei più lampanti esempi di come Lucio Fulci sia stato il vero erede dell'immaginario cinematografico sviluppato da Mario Bava (complice anche il soggetto del produttore Giovanni Di Clemente, nella sceneggiatura scritta da José Antonio de la Loma, Gino Capone e Carlos Vasallo). Un fantasy anni 80 ma che prende più spunto dell'ambientazione proto-storica, o comunque da collocare durante il periodo delle migrazioni indoeuropee, meno americano e direi anche molto italiano/europeo. Gli scenari sono tutti ammantati dalla nebbia (fotografia mistica di Alejandro Alonso Garcia) dove mitologia ed esseri umani si fondono in un periodo arcaico fatto da forze sovrannaturali del bene e del male che convivono assieme alla natura dell'uomo.




La produzione italo-spagnola-messicana offre un budget limitato ma che non fa perdere il tocco al regista con il quale è riconosciuto: smembramenti (uno in particolare anticipare sui tempi la mitica scena di "Bone Tomahawk"), mostri, poteri magici e gli immancabili zombi sono tutti parte del repertorio di Fulci che a modo suo e con carattere dice la sua nel genere fantasy. La cosa facile, e naturale, sarebbe etichettare il film in questione come un sottoprodotto del ben più noto Conan (o Excalibur) ma in realtà le capacità di Fulci esaltano una storia cosparsa da orrore primigenio dell'umanità e magia secolare che apre le porte ad un immaginario notevole quanto elaborato.



I detrattori di questo film possono far leva sul suo (apparentemente) essere tecnicamente poco raffinato, come se l'aspetto nebbioso, confuso, riprendiamo col sole davanti alla telecamera fosse stato nella migliore delle ipotesi una scelta terribile di ripresa. In realtà è  una delle scelte più interessnati, nessun altro film ha un aspetto simile a questo, e quell'aspetto è un passaggio cruciale per accettare questo come qualcosa di più di un guadagno economico e sfruttatore post-Conan. È questo, ovviamente, ma anche molto di più grazie all'abilità sottovalutata di Fulci nel creare atmosfera e plasmare lo strano, l'antilogico e l'inspiegabile in questo film come uno specchio cosmico, una finestra spalancata sul magico.




il più fantastico di tutti i fantasy verrebbe da scrivere perché sembra trasmesso da un altro piano dimensionale/astrale. Complice anche la colonna sonora di Claudio Simonetti che favorisce ancora di più l'immersività della storia, favorita dalle scenografie di Massimo Lentini (autore anche dei costumi) e anche dai trucchi/effetti speciali di Franco Rufini. Non male il cast: Jorge Rivero (eroe), Andrea Occhipinti (anti-eroe), Maria Scola, Conrado San Martín (stregone mutaforma) e Sabrina Siani (sacerdotessa dell'occulto cattiva d'antologia) sono tutti partecipi di prove credibili e che non cadono nel cattivo gusto. 

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