Tra i tanti film che raggiungono gli “enta” in questo 2023, come li ho raggiunti io ormai due anni fa, non poteva mancare questa pellicola nelle menzioni d’onore in questo mio personale spazio dedicato al cinema, che ho chiamato “Once Upon a Time The Cinema”. Inizio col dire che tale film è un calderone di più o meno tutte le cose che mi hanno fatto impazzire nel cinema (americano): una protagonista affetta da biondismo, una storia pulp scritta da Quentin Tarantino, una regia che porta il nome di Tony Scott, il miglior Hans Zimmer alla colonna sonora, un cattivo di Gary Oldman, un cattivo di Christopher Walken, un padre alla Dennis Hopper, uno strafumato Brad Pitt, l’amore viscerale per il cinema di genere e l’indiscutibile fascinato del cinema anni Novanta. Questa pellicola durante la mia adolescenza è stata una cotta di quelle clamorose, che ancora adesso fatico a smaltire perché fin troppo legata ad una di quelle scintille che scattano tra spettatore e film che solo non tante volte nella vita saltano fuori.
Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi della vita e ad amare la settima arte
sabato 28 gennaio 2023
domenica 22 gennaio 2023
Virus (1999) Quando un tecnico degli effetti speciali diventa regista pt. 2, il Ghost Ship Alien Movie di John Bruno
martedì 17 gennaio 2023
Fire in the Sky (1993) Incontri ravvicinati del quarto tipo, la storia del caso Travis Walton
Il 1993 è stato l'anno del debutto della serie tv "The X-Files", ma è stato preceduto da "Fire in the Sky", conosciuto qui da noi in Italia con il titolo "Bagliori nel buio". Il fascino delle produzioni anni Novanta è sempre genuino nella messa in scena e nel creare determinate emozioni nei soggetti trattati, il film in questo non sfigura e regala un più che valido sci-fi tratto dal caso Travis Walton avvenuto nel 1975. Il soggetto è tratto dal libro The Walton Experience di Travis Walton. Nel libro, Walton racconta di come è stato rapito da un UFO. Nonostante tutto, nella sua trasposizione in soggetto cinematografico è stato molto romanzato dalla sceneggiatrice Tracy Tormé, visto che i produttori ritenevano molto noiosa la reale dinamica dei fatti. Gli effetti speciali del film sono stati coordinati da Industrial Light & Magic e la fotografia è stata curata da Bill Pope. La colonna sonora originale è stata composta e arrangiata da Mark Isham.
mercoledì 11 gennaio 2023
Deep Rising (1998) Il Ghost Ship Monster Movie di Stephen Sommers
Stephen Sommers non ha bisogno di molte presentazioni, in pratica è stato il regista giusto al momento giusto a Hollywood, per un certo periodo di tempo che va dalla fine degli anni Novanta fino all’inizio del duemila. Purtroppo, il suo talento nel realizzare pellicole fracassone ma al tempo stesso dei godibilissimi blockbuster aveva almeno dieci anni d’autonomia, sia per i tempi che cambiavano e anche perché a Los Angeles certi passi falsi non si perdonano al botteghino. Finito ormai nel dimenticatoio del cinema che conta, sono ormai dieci anni dal suo ultimo film uscito in sala, relegato a produttore di produzioni direct-to-video della creatura che ha portato l’ex The Rock alla fama mondiale, sto parlando ovviamente di “The Scorpion King”.
lunedì 9 gennaio 2023
House on Haunted Hill (1999) Il canto del cigno del genere horror anni 90, Il mistero della casa sulla collina di William Malone
Io mi ritengo un grande appassionato di gialli gotici a tinte horror, si può dire che io adoro opere che hanno come soggetto di partenza: un manipolo di persone misteriose accomunate da non si sa ben cosa, rinchiuse in un singolo luogo isolato e che perdono la vita l’una dopo l’altra per cause inspiegabili ma che possibilmente avranno una soluzione alla fine della pellicola. Ecco, di questo piccolo manifesto di regole posso dirvi che “Dieci Piccoli Indiani” di Agatha Christie (libro del 1939) e “La casa dei fantasmi” di William Castle (film del 1958) ne sono i rappresentati qualitativi più simbolici e d’ispirazione che la letteratura e il cinema abbiano avuto nella loro storia. Chiarito questo punto si aggiunge un’altra questione, io sono un ragazzo cresciuto nei novante oltretutto appassionato di horror fino al midollo e quindi era immancabile che “Il mistero della casa sulla collina” del 1999 diretto da William Malone sia una delle mie piccole chicche con cui sono cresciuto, è uno degli ultimi film che hanno chiuso la decade e quindi trattiene dentro di sé tutto quello che il genere horror (commerciale) era stato fino a quel punto (nel bene e nel male).
domenica 8 gennaio 2023
The Pale Blue Eye (2022) Il cuore rivelatore di Scott Cooper
Cooper è un gradevole regista di stampo Hollywoodiano che non manca di un approccio estetico europeo alle sue pellicole, qui entra nel giallo a tinte gotiche e fornisce un'ottima messa in scena alla storia, aiutato anche dal cast creativo di prima qualità che non gli fa mai mancare nulla. Purtroppo, si possono notare delle pecche in una volontà un po' troppo patinata (tipica di Hollywood) nello stendere la sceneggiatura, ma questo non affligge troppo il girato che risulta comunque valido e che può contare sulla credibilità della storia, che si mette in mostra anche nelle divagazioni più esoteriche e macabre. Ottimo il cast: Christian Bale, Harry Melling (visto già in azione con i Coen, qui regala un bellissimo e intimista Poe), Gillian Anderson (bellissima come sempre), Toby Jones (averne di caratteristi come lui), Lucy Boynton (che bionda!) e il grande Robert Duvall sono caratteristi che parlano già da soli e la loro presenza anche in piccoli ruoli può risultare fondamentale. Non so perché, ma guardandolo mi è venuto in mente "La figlia del Generale" di Simon West, che è un altro giallo moderno molto più valido e forse anche affine nelle tematiche. Sì, perché da un certo punto in avanti si nota subito il tocco moderno che ha il racconto, in quei pregi e difetti che accompagnano questo tipo di letteratura che tutti più o meno abbiamo letto una volta nella vita. Nonostante si possa notare la connotazione del giallo d’epoca di stampo americano (nello stile), inaugurato da Branagh con il suo Poirot, la storia non si perde in troppe divagazioni emotive e procede dritta al punto fino alla sua fine.
sabato 7 gennaio 2023
Smile (2022) Smiling faces show no traces of the evil that lurks within
venerdì 6 gennaio 2023
The Sacrament (2013) La setta fanatica di Ti West, un falso mockumentary che racconta il vero

mercoledì 4 gennaio 2023
V/H/S (2012) Horror antologico analogico, un simposio del genere mockumentary
Nonostante possa essere definito come un “peccato di gola” nella settima arte, posso dire che sin da quando ero adolescente ho sempre adorato l’inventiva (sia essa puramente commerciale, che sperimentale) che possiamo trovare nel genere mockumentary (o falso documentario) e nelle sue derivazioni come il found footage (video ritrovato). Indubbiamente sulla mia persona ebbe molto effetto il classico per eccellenza e capostipite del successo del genere, ossia “The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair” (The Blair Witch Project, 1999) scritto e diretto da Daniel Myrick e Eduardo Sánchez, però non bisogna dimenticare altri memorabili esemplari che sono: The Tunnel del 2011 di Carlo Ledesma e la serie spagnola REC (i primi due almeno). Non solo il cinema puramente commerciale ha utilizzato questa tecnica, per esempio possiamo trovare “Zelig” nel 1986 di Woody Allen, il bellissimo “Redacted” di Brian De Palma del 2007 e anche variazioni tipicamente B-Movie stile “Il passo del diavolo” (Devil's Pass, conosciuto anche col titolo The Dyatlov Pass Incident) del 2013 di Renny Harlin. In tutto questo excursus, mi viene anche in mente il bellissimo incipit di “Non aprite quella porta” (The Texas Chainsaw Massacre) del 2003 di Marcus Nispel, “Cloverfield” di Matt Reeves del 2008 e “Chronicle” del 2012 di Josh Trank. Come vedete è una sfilza molto lunga di citazioni, questo per far comprendere come ad un certo punto possa nascere l’idea di un film antologico per il genere, come negli anni 80 la serie “Creepshow”, che rappresenta una summa di quanto visto in una determinata area temporale.
Idea che venne in mente al produttore Brad Miska, assieme al sito Bloody Disgusting, in cui mise il progetto in mano a cineasti che negli anni successivi avrebbero detto la loro, tramite il talento, nel genere horror. Ormai nomi come: Adam Wingard, Simon Barrett, Ti West, David Bruckner e i Radio Silence li conosciamo ben tutti. Come dicevo il film è sviluppato come se fosse un’antologia horror nel quale una trama di base permette il susseguirsi dei vari mediometraggi, lo scheletro narrativo della vicenda è il “Tape 56” di Adam Wingard (scritto assieme a Simon Barrett) dove un gruppo di giovani teppisti registra con una telecamera i suoi crimini, che vanno dal distruggere case a spogliare, contro la loro volontà, le donne per vendere il tutto a un porno reality. Cercano in tutti i modi di “migliorare” i loro atti di violenza inaudita, fino a quando un misterioso personaggio li ingaggerà per un'enorme somma per rubare soltanto una singola videocassetta VHS all'interno di una villa. Da questa semplice base verranno mostrate cinque VHS con relative cinque storie al loro interno: "Amateur Night" di David Bruckner (scritto assieme a Nicholas Tecosky) che è quello in più stile Landis, "Second Honeymoon" di Ti West che ricalca molto i gialli slaher, "Tuesday the 17th" di Glenn McQuaid che è uno slaher anni 90, "The Sick Thing That Happened to Emily When She Was Younger" di Joe Swanberg (scritto da Simon Barrett) che è il classico alien movie d'inizio 2000 e "10/31/98" dei Radio Silence (scritto assieme a Justin Martinez) che rimanda molto a Joe Dante.
Non male quindi il risultato nonostante le limitazioni, diciamo che è più o meno una summa di quello che è stato il genere mockumentary della mia generazione (cioè da fine 90 fino agli inizi della seconda decade del 2000). Vi è al suo interno il meglio e il peggio di questo particolare filone cinematografico, è un horror antologico analogico (come suggerisce il titolo). Comunque, troviamo cineasti che avranno molto risalto per il genere horror negli anni successivi a quest'opera e in cui possiamo notare i loro tratti peculiari, che li renderanno famosi. Non sarà di certo ai livelli di "I tre volti della paura" di Mario Bava, però si guarda che un piacere. Episodi preferiti: Amateur Night (che è diventato un vero e proprio lungometraggio nel 2016) e 10/31/98.
domenica 1 gennaio 2023
Cast Away (2000) Nessun uomo è un'isola, il peso del tempo nella filmografia di Robert Zemeckis
Nessun uomo è un’isola, completo in sé stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto. Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce, perché io sono parte dell’umanità. E dunque non chiedere mai per chi suona la campana: suona per te.
Tratto da "Devotions Upon Emergent Occasions" (1624), una poesia di John Donne
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