Ghost in the Shell (1995): L'anima di Mamoru Oshii e il guscio di Masamune Shirow
Tutto ebbe inizio nel lontano 1989, quando il fumettista giapponese Masamune Shirow realizzò Ghost in the Shell, manga da lui scritto e disegnato. Sei anni più tardi, precisamente nel 1995, lo scrittore e regista giapponese Mamoru Oshii – reduce dal grandissimo successo del progetto multimediale Patlabor – concepì (assieme alla Production I.G. e allo sceneggiatore Kazunori Ito) il film destinato a cambiare per sempre non solo le regole scritte dell’animazione tradizionale (che per la prima volta andava a fondersi con la computer animation) ma anche ad influenzare la successiva ondata di cinema fantascientifico d’azione – da Matrix delle Wachowski alle più recenti opere di grandissimi autori quali Spielberg e Cameron – dove il cyberspazio e la realtà simulata creata dalle macchine la fanno da padrona. Il regista Mamoru Oshii dichiarò al tempo: < La mia intuizione mi ha detto che questa storia di un mondo futuristico portava un messaggio immediato per il nostro mondo attuale. Sono anche interessato ai computer attraverso la mia esperienza personale con loro. Avevo lo stesso feeling con Patlabor e pensavo sarebbe stato interessante realizzare un film che si svolgesse nel prossimo futuro: ci sono solo pochi film, anche fuori Hollywood, che mostrano chiaramente l'influenza e il potere dei computer. Pensavo che questo tema sarebbe stato trasmesso in modo più efficace attraverso l'animazione. > Oshii approfondii questi pensieri in una successiva intervista, rilevando che la tecnologia cambiava le persone e che era diventata parte della cultura del Giappone. Aggiungendo che il suo uso della filosofia rese i produttori frustrati a causa dell'uso parsimonioso delle scene d'azione. Oshii ha anche riconosciuto che un film con più azione avrebbe venduto meglio, ma comunque continuò a fare questi film. Hiroyuki Okiura, il character designer e supervisore principale dell'animazione, progettò una Motoko più matura e seria rispetto alla rappresentazione originale del personaggio di Masamune Shirow nel manga. Okiura scelse di rappresentare una persona fisicamente matura per abbinare l'età mentale di Motoko, invece della giovane ventenne del manga. Il comportamento di Motoko manca delle espressioni comiche del viso e della natura ribell. Oshii basò l'ambientazione di Ghost in the Shell traendo ispirazione da Hong Kong, il suo primo pensiero fu quello di trovare un'immagine del futuro.
Ghost in the Shell è uno dei fiori all'occhiello dell'animazione mondiale moderna (che insieme ad Akira e Ninja Scroll attirò l'attenzione dell'occidente), capace ancora oggi di essere uno dei titoli fondamentali di questo genere. Tecnicamente è straordinario e dettagliato nel fondere alla perfezione l'animazione più classica alla computer grafica, creando un mondo dominato da forti contrasti, tra il degrado della metropoli e la modernizzazione tecnologica avanzatissima. Insieme ad Akira è uno dei pilastri dell'animazione cyberpunk giapponese e ha profondamente ispirato Matrix, a partire dalla grafica dei titoli di testa. Cartesio postulava "cogito ergo sum" per esprimere la certezza e l'essenza stessa dell'esistenza dell'essere umano. Ma cosa dire se questo oggetto pensante, invece di un uomo, è un'entità nata spontaneamente nel cyberspazio (il burattinaio è un chiaro esempio), una specie di bug informatico dotato di intelletto? la pellicola affronta temi universali quali la concezione di vita stessa. Insieme di informazioni della rete che diventano coscienza di sé stessi, ma limitati nell'impedimento di rigenerarsi in qualcosa di nuovo che non sia una mera copia di se stessi. Ghost in the shell quindi affronta una nuova concezione di vita, un salto evolutivo che trova terreno fertile nei dilemmi esistenziali del maggiore Motoko Kusanagi. Oshii elabora un'opera che supera il genere stesso, già proiettato nel futuro già all'epoca della sua uscita, per nulla invecchiato a distanza di oltre due decenni. Bellissima e suggestiva la colonna sonora di Kenji Kawai.
Se in "Blade Runner" la vicenda degli androidi-replicanti si soffermava sulla coscienza del sé e la ricerca/scoperta di un'identità (con tutte le dissertazioni filosofiche che ne possono conseguire) e in "Terminator" la rivolta delle "macchine" mette in scena una mera lotta tra specie, "Ghost In The Shell" compie una vera e propria immersione nel "nuovo" (sia esso un sistema cibernetico di comunicazione universale oppure la creazione di un essere vivente "altro") per trascendere il concetto di identità (al quale l'individuo si sente tanto legato) e diventare parte del tutto: il termine ghost è inteso come "anima" e persino un software è in grado di generarne una (i corpi, siano anche completamente umani, sono solo involucri). < Ciò che vediamo ora non è che una pallida immagine in uno specchio. Presto il velo cadrà e noi vedremo! >.Altro enorme punto di forza sono i personaggi protagonisti che riescono ad essere particolarmente carismatici ed intriganti. Motoko è, come già detto, la cyborg protagonista con problemi esistenziali riguardo alla sua vera natura; Batou è il suo fedele collega, un uomo imponente e coraggioso, forte ma misericordioso nei confronti dei più deboli. Lui sarà uno dei migliori della serie e, in quanto a fattezze e modo di fare, ricorda il violento Marv di Sin City (o forse sarebbe meglio dire il contrario, viste le rispettive date di uscita). Tutti i personaggi quindi, compresi anche i secondari (Aramaki e Togusa in primis), risultano più che credibili, parecchio approfonditi e perfettamente inseriti nel contesto distopico. In conclusione, Ghost in The Shell è una di quelle pellicole che nessuno dovrebbe lasciarsi sfuggire, una di quelle che hanno segnato in modo indelebile la storia del cinema e dell'animazione mondiale. Consigliatissimo a tutti gli amanti della fantascienza e dei thriller; sconsigliato a chi cerca una visione leggera e spensierata, qua sarà necessaria concentrazione per seguire la trama e non perdersi nemmeno un dettaglio.
Da quanto tempo! Contento di ritrovarti, e per di più con un gran film d'animazione come questo, che ha rivoluzionato il genere, che lascia quesiti esistenziali per cui riflettere, che qualitativamente lascia senza parole ;)
RispondiElimina;) sono ancora un po' arruginito nella scrittura visto il tempo e l'assenza, difatti riediterò questo pezzo. Ma l'importante è ricominciare, un abbraccio!
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