One Battle After Another (2025) I rivoluzionari di Paul Thomas Anderson


The Revolution Will Not Be Televised cantava Gil Scott-Heron, ma può essere benissimo essere rappresentata al cinema da cineasti come Paul Thomas Anderson. Quelli che si vedono sullo schermo non appena parte in media res sono I rivoluzionari di Anderson (e ovviamente Pynchon, secondo adattamento di un suo scritto ad opera del regista) che si muovo attraverso una narrazione lineare si, ma anche chimerica nei suoi tempi quanto nelle tematiche tra sfaccettature e sfumature varie (tempo, famiglia, rivoluzione fatte o non fatte).


Volontariamente un film meticcio di emozioni e tempi cinematografici (le citazioni sono sia autoreferenziali, esterne come Buster Keaton e così via) che si susseguono: thriller, commedia, guerra, racconto di formazione e ovviamente il lato drammatico delle cose. Probabilmente tra le figure novecentesche raffigurate dal cineasta mancava questa rappresentazione dell'ideologia ribelle che ha cambiato il mondo, sia ad est che a ovest, nel 1900. Un'avventura epica (citazionista al massimo su tutti i livelli e arti) e stravagante, ricca di scene d'azione mozzafiato come per esempio l'ultimo atto del film che sembra riesumare "Il salario della paura" di Friedkin ed è una tensione che si taglia con il coltello rimandando anche al triello di Leone. Storie di madri, padri e figlie come si è detto tra le altre cose, riuscitissima e solida fino alla fine.


Cast che regge banco in maniera esemplare: il solito Leo qui a tratti Lebowskiano, Penn più in forma che mai, Benicio che gigiona con il sui karate stile figura da sensei in salsa Miyagi, Chase Infiniti, quella pantera nera di Teyana Taylor, una Regina Hall in gran spolvero drammatico, Alana Haim, Wood Harris e D. W. Moffett sono tutti sincronizzati con il mondo e il ritmo narrativo. Regia, sceneggiatura e fotografia (assieme a Michael Bauman) al bacio da parte di P.T. come anche la solita colonna sonora di Jonny Greenwood e il montaggio Andy Jurgensen. Davvero non vedo l'ora di rivederlo di nuovo al cinema, un'altra pellicola di Anderson da comprendere e godersi sul grande schermo.



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