Мастер и Маргарита (2024) Il Maestro e Margherita, i manoscritti non bruciano
Per quanto possa essere molto complicato trasmettere il romanzo (immenso e maledetto, leggetevi il libro e la storia dietro) di Bulgakov in un'opera cinematografica, si può dire che la pellicola in questione ne incarna (con i dovuti adattamenti di mezzo) l'opera letteraria nella sua essenza. Tratti salienti ne vengono riportati con dovizia, mentre altri ne vengono tagliati al fabbisogno della narrazione. L'implementazione di un terzo punto di vista narrativo, reale qualsivoglia in cui prende vita lo stesso Bulgakov, ai due presi dal romanzo funziona con dovizia dando un aspetto reale quanto surreale al film. Tralasciando i problemi dietro alla distribuzione del film, che lo hanno fatto slittare di due anni in suolo occidentale.
Michail Lokšin in fase di scrittura (assieme a Roman Kanton) traspone l'opera nella sua essenza più diretta, trasmettendone il significato e questo basta perché i più livelli di narrazione combaciano tra loro alla perfezione, grazie al collante originale ideato per non rendere frammentato il film. L'inizio in media res è solo un incipit in cui vengono subliminati Margherita in primis e poi Il Maestro (aka Bulgakov stesso) e poi Woland. Fa niente che Pilato sia solo una trasfigurazione degli intenti perché funziona egregiamente quando presentato. Le scene madre ci sono tutte e in modo continuativo tra loro, ma anche la rappresentazione visiva fa il suo dovere eccome nel dover mettere in mostra più piani narrativi tra di loro.
Cast eccelso: Evgenij C'īgardovič è un Maestro fedele al soggetto, Julija Snigir' è quasi perfetta come Margherita (fisico, corpo, mente e al ballo infernale sembra Ecate da quanto da il meglio di sé) e poi August Diehl davvero personificazione della figura diabolica di Woland in tutto e per tutto (altra grande sfumatura nella sua carriera, senza contare Bastardi Senza Gloria di Tarantino, direi quasi il ruolo della vita). Poi abbiamo anche tutta la cricca del demonio personificata: Azazello (Aleksej Rozič) passando poi al giullare Korovyev (Jurij Kolokol'nikov), la bionda Hella (Polina Aug) e il mitico Behemoth (con la.voce di Jurij Borisov) rapprensentato magnificamente nel suo essere felino, senza contare un ispirato Claes Bang nei panni di Ponzio Pilato.
Come adattamento contemporaneo (a livello cinematografico) si possono sentire sfumature di Tim Burton e Guillermo del Toro nella regia ma è solo un aspetto in più della settima arte che rende grazia ad "Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione" (citando Eugenio Montale) di Bulgakov. Una bellissima fiaba grottesca e violenta di uno scrittore che ha detto la sua nel mondo, se i manoscritti non possono bruciare neanche l'amore vero può estinguersi tra le fiamme.




























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