The Fisher King (1991) La leggenda del re pescatore

Ecco consigliato come film del giorno (breve intermezzo dovuto, per dei trent'anni portati così bene) uno dei più interessanti del pazzo sandalo che porta il nome di Terry Gilliam. Una fiaba in grande stile, sceneggiata con pericolosa meticolosità: ambientato a Manhattan vede come protagonisti un barbone (Robin Williams) e un ex dj radiofonico (Jeff Bridges) che diventano personaggi di un'avventura tra il fantasy medievale e la psicologia gilliamica. Il regista trasforma i personaggi continuamente e i temi della vita, del lavoro e dell'amore sono metaforizzati sublimilmente con idee scenografiche e costumistiche geniali.

Visivamente molto forte. Non ci si pensa due volte a far galoppare un cavallo infuocato con tanto di cavaliere indemoniato per i marciapiedi affollati di Manhattan! Gilliam apre ancora una volta il sipario al suo mondo, ma non è mai stato così vicino alla fusione di tale con la realtà e i problemi del mondo vero. Commovente, intrigante, con tanto di cammeo di Tom Waits e una azzeccata citazione scenografica. Varia di molti generi: il comico, il drammatico, il fantastico, l'avventura, il romanticismo, il thriller e infine anche il surreale. E' un film straordinario interpretato divinamente dai protagonisti del film: Robin Williams, nella sua miglior interpretazione e Jeff Bridges nel ruolo di un deejay che entra nel mondo di Parry (Williams), un ex professore di storia divenuto un barbone in seguito alla morte della moglie. Provando un lieve senso di compassione per lui, che poi gli cambierà la vita, Jack lo aiuterà a conquistare il cuore di Lydia, la ragazza che Parry ammira e che neanche conosce. Il finale del film è pazzesco, tipico alla Gilliam, è un film che combina la commedia col fantastico senza essere né troppo esagerato né troppo banale. Insegna molte cose della vita, specialmente il fatto della responsabilità, dell'amicizia e dell'amore.

Da vedere e rivedere, vincitore all'Oscar per la Miglior Attrice a Mercedes Rhuel, che nel film è anch'essa straordinaria quanto divertente (senza scordarci la Plummer). La sceneggiatura di Richard LaGravanese è ricca degli spunti mitologici/fantastici congeniali alla vena di Gilliam e in alcuni momenti il film riesce ad essere davvero folle e poetico, grazie soprattutto al quartetto di attori: in primis Williams che da vita ad un personaggio veramente fantastico (Tom Waits pure lo troviamo in un ruolo d'eccezione) per poi passare al sempre amato Bridges che sembra portar in scena un personaggio che poi rivedremo più avanti nella sua filmografia (Drugo dei Coen ovviamente, in cui qui ne vediamo un ideale prototipo). Le composizioni di George Fenton si uniscono perfettamente con quello che è la pellicola, nella sua fantasia e nella sua realtà.



Commenti

  1. Lo vidi durante una supplenza in prima superiore e ne rimasi affascinato. Davvero bello, anche se dovrei rivederlo - di Gilliam è un titolo quasi dimenticato...

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    1. Una gran supplenza aggiungerei, per suggerire agli studenti tale visione.

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