8MM (1999) Il talento di Joel Schumacher nel genere thriller, un'indagine nel morboso e perverso mondo degli snuff movie
8MM è probabilmente tra le mie pellicole di Schumacher preferite. A monte di tutto troviamo lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker, meglio conosciuto per la sua scrittura del Seven di Fincher, che nella prima versione del film aveva impresso dei toni molto dark, la produzione però volle che Walker abbassasse i toni. Nonostante il suo rifiuto al compromesso e l'arrivo di Schumacher in cabinadi regia, dal quale fu elettrizzato pensando di poter lavorare finalmente con qualcuno sulla sua stessa lunghezza d'onda, le problematiche aumentarono a passo di gigante. Purtroppo, Schumacher apportò le proprie modifiche alla sceneggiatura che di conseguenza portarono alla tanto pubblicizzata faida tra i due, conclusasi con l'abbandono di Walker dall'intera produzione dopo una sfuriata sul set. Parlando invece del cast possiamo trovare Nicolas Cage, Joaquin Phoenix, James Gandolfini, Peter Stormare, Chatherine Keener e Norman Reedus. La fotografia è nelle mani di un ganzo Robert Elswit come del resto la colonna sonora affidata a Mychael Danna. La trama vede protagonista il detective privato Tom Welles alle prese con uno spinoso caso. Un giorno, infatti, Welles viene contattato dalla signora Christian, una nobile vedova, la quale, rovistando tra alcuni oggetti del marito, ha trovato uno strano nastro. Il filmato parrebbe contenere delle violente immagini, dove una giovanissima ragazza viene seviziata e uccisa da degli individui. La donna vuole sapere se quel video è reale e quindi chiede a Tom di indagare. Il detective accetta e ben presto si ritroverà a contattato con l'ambiente depravato e deviato degli snuff movies.
Schumacher, attraverso questa lugubre immersione nel mondo degli snuff movie e del porno-horror, mette a nudo le devianze più profonde dell'uomo, le pulsioni più nascoste, il marcio dell'anima che si annida nei ceti più alti a discapito di quelli più bassi. Si, il regista attraverso questo racconta (anche un po' superficialmente) proprio il marcio dell'essere umano, quella mancanza di limiti alla perversione più profonda di stampo sessuale Freudiano. Tutto questo con accortezza del regista tramite: movimenti di camera lenti e accurati che agiscono su una scenografia lugubre, tetra, quasi da film horror (questoi grazie al supporto delle scenografie evocative sempre buie). Il ritmo narrativo è scorrevole, certo, il film non è dinamico quanto dovrebbe, ma più il mistero si infittisce e più lo spettatore viene risucchiato in questo vortice di oscenità. Due ore che passano tra suspense e investigazione. Ottima anche la scelta del cast: Nicolas Cage è autore di una gran bella prova molto grintosa e di carattere, niente male anche Joaquin Phoenix con la caratterizzazione tipica dei suoi tanto amati personaggi ambigui, Peter Stormare è inquietantissimo e disagiante nel cattivo come lui sa fare e seguono il sempre grande indimenticato Gandolfini e Christopher Bauer con il suo aguzzino sadomaso d'annata che porta il nome di Macina.
La prima volta che ho visto questo film, sono rimasto impietrito dalla bobina che la povera e ignara vedova consegnava al detective. L’abilità di Schumacher è quella di mostrare alcuni squarci degli spaccati di vita più squallidi dell'alta società, attraverso anche l'ottima tecnica, il sapiente uso di luci e colori, la caratterizzazione dei personaggi con i quali il bravissimo Nicolas Cage avrà a che fare nel corso dello svolgimento. Davvero inquietante è la figura del boia "Macina", spietato assassino dei filmini, un cattivo coi controfiocchi al pari di molti altri più famosi, la cui visione senza maschera lascerebbe interdetto persino un cieco. Purtroppo, i veri difetti del film si riscontrano forse nel rimaneggiamento di Schumacher del materiale originale scritto da Walker, In particolare il finale (molto Bronsionano nel suo svolgersi) che ben poco ricalca il climax che si voleva inizialmente fornitoci dalle stesse premesse narrative. Tirando le somme rimane un thriller che sa il fatto suo e che si lascia guardare con piacere. L'argomento dell'opera, decisamente scottante, fa il suo dovere coinvolgendo nella giusta misura senza mai perdersi troppo e seguendo quella scia oscura di Se7en che tanto aveva fatto la gloria del genere negli anni 90.
La prima volta che ho visto questo film, sono rimasto impietrito dalla bobina che la povera e ignara vedova consegnava al detective. L’abilità di Schumacher è quella di mostrare alcuni squarci degli spaccati di vita più squallidi dell'alta società, attraverso anche l'ottima tecnica, il sapiente uso di luci e colori, la caratterizzazione dei personaggi con i quali il bravissimo Nicolas Cage avrà a che fare nel corso dello svolgimento. Davvero inquietante è la figura del boia "Macina", spietato assassino dei filmini, un cattivo coi controfiocchi al pari di molti altri più famosi, la cui visione senza maschera lascerebbe interdetto persino un cieco. Purtroppo, i veri difetti del film si riscontrano forse nel rimaneggiamento di Schumacher del materiale originale scritto da Walker, In particolare il finale (molto Bronsionano nel suo svolgersi) che ben poco ricalca il climax che si voleva inizialmente fornitoci dalle stesse premesse narrative. Tirando le somme rimane un thriller che sa il fatto suo e che si lascia guardare con piacere. L'argomento dell'opera, decisamente scottante, fa il suo dovere coinvolgendo nella giusta misura senza mai perdersi troppo e seguendo quella scia oscura di Se7en che tanto aveva fatto la gloria del genere negli anni 90.
Un film che ho sempre amato molto, nonostante la serie di improperi che gli sono stati rivolti. Grazie per averne parlato!
RispondiEliminaImproperi che lasciano il tempo che trovano, una pellicola che magari pecca di scelte creative di Schumacher ma che alla fine è tanta roba.
EliminaPenso che sia messo in ombra dalle classiche pregiudicate che si è beccato Cage in carriera, comunque come avrai letto, per quanto mi riguarda è un gran film molto torbido e con un cast veramente azzeccato.
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