Very Bad Things (1998) Cattivissimi noi di Peter Berg

 

Questa pellicola completa il trittico da me personalmente dedicato alla commedia nera negli anni 90. Un trittico che non vuole mostrare i suoi più estimati esemplari, ma invece una trinità che nel bene o nel male rappresenta quella che è stata la mia formazione, ma anche uno spaccato in tre tempi di come essa si sia evoluta concettualmente. L'ultimo tassello è in questo Very Bad Things, che segna anche il debutto alla regia di Peter Berg che fino a quel momento era sempre stato un attore, inutile spender troppe parole per il cineasta che nella sua carriera è quanto di più poco omogeneo (tipicamente americano) si possa trovare a livello tematico e stilistico, nonostante qualche tocco personale che affiora certe volte nei suoi film, possiamo definirlo un modesto mestierante con il gusto per l'inusuale e il grottesco.Di proprio pugno è anche la sceneggiatura, che per un sottile caso di curiosità ricalca in misura abbastanza uguale (nel famoso incipit) la trama del film tv Schegge di Follia (Stag in originale) uscito su HBO, al riguardo Berg dirà: < La prima volta che ho sentito parlare di Stag è stato dopo aver finito di scrivere la sceneggiatura di Very Bad Things. Quando stavamo per ottenere il finanziamento del film, abbiamo chiesto a un avvocato di esaminare la sceneggiatura e il film per assicurarci che non ci fossero troppe somiglianze. Voglio dire, c'erano cose che dovevamo cambiare; per esempio, uno dei personaggi del film era un fornaio, e c'era anche un fornaio nella nostra sceneggiatura; quindi, abbiamo dovuto cambiare alcune cose molto minori. Ma per quanto ne so, i due film adottano approcci molto diversi al materiale. Dirò questo: penso che sarebbe interessante avere, tipo, tre registi diversi - diciamo, Soderbergh, Spielberg e Coppola - e far loro raccontare la stessa identica storia in un modo diverso.>. A livello tecnico di menzionabile possiamo trovare Stewe Copeland alla colonna sonora e nomi come Christian Slater, Cameron Diaz, Jeanne Tripplehorn e Jon Favreau nel cast.
La trama vien da sé: una ragazza cova da ventisette anni un sogno: presentarsi, vestita di tutto punto, nella classica navata nunziale circondata da parenti, amici e (possibilmente) pochi guai. Ma, alla vigilia delle nozze, fidanzato e compagni di goliardia si precipitano a Las Vegas per l'immancabile addio al celibato. Sicuri di ubriacarsi e, al massimo, di assistere a qualche spogliarello, vengono coinvolti in un brutto affare che ne scatenerà molti altri, orribili, agli antipodi di una qualsiasi moralità. Esatto, come avete notato non ho citato Las Vegas, si può dire che al fattore black comedy qui troviamo pure un mezzo/ambientazione /motivo molto caro a quella particolare fase del cinema americano. Memori della leggendaria frase 'Quello che succede a Las Vegas, resta a Las Vegas' viene istintivo il fatto che quello che avviene, nel film, in quella città porterà delle grane a tutti i protagonisti. Del resto, le uniche cose che nel film avranno un aspettato positivo saranno l'amicizia e il matrimonio, ma verranno letteralmente fatte a pezzi dall'andamento narrativo tramite: follia, infermità mentale e un’assurda surrealtà nell'escalation che porterà a un finale più nero che nel pezzo dei Rolling Stones.
La pellicola è senza dubbio un nomen loquens, nonostante la totale inverosimiglianza della storia e una sceneggiatura con più falle della marina irachena, il film si regge fieramente in piedi. Questo grazie (ancora una volta, importante fattore nel genere) ai personaggi azzeccati diversificati con una propria differente personalità, nel quale spiccano il solito Slater a suo agio con gli psicopatici e la regina della cattiveria che è ovviamente Cameron Diaz, che fa del suo personaggio un ritratto gustosamente inquietante. Commedia nera nel vero senso della parola, che lascia inevitabilmente basiti per la sua cattiveria. Tirando le somme è difficile che film come questo possano lasciare indifferenti: o li si apprezza per la loro indiscutibile capacità di smarcarsi dal genere di appartenenza oppure si rimane parecchio interdetti da questo succedersi di eventi sadici e grotteschi che sono in totale contrasto con l'evento su cui la trama si basa, ovvero il matrimonio. Se non l'avete ancora visto, guardatelo: commedie nere così ben riuscite se ne vedono poche, ormai da tempo, quindi fatelo anche solo per tornare ad apprezzare il genere.

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