Superman: Red Son (2020) Il compagno Kryptoniano

 


Era da un po' che non parlavo d'animazione, oltretutto non cito mai la Distinta Concorrenza che in questo settore ha sempre avuto la sua da dire nei confronti della rivale. Questo che tratto oggi è uno di quei "cosa sarebbe successo" (vedasi What If?) che solo negli anni cinquanta poteva essere concepito, ovviamente la vera natura del soggetto risiede nelal mente di Mark Millar che ne fece poi una mini-serie traendo ispirazione da suddetto pretesto narrativo. Superman: Red Son parte da un assunto semplice ma geniale: cosa sarebbe successo se il piccolo Kal-El fosse atterrato in Unione Sovietica anziché nel rurale Kansas? Nel 1955 Superman viene mostrato al mondo da Stalin dando il via ad una Guerra Fredda molto diversa da quella dei nostri libri di storia. il tema creativo vede la presenza di una squadra vincente: Sam Liu alla regia, Sam Register e Bruce Timm (colui che insieme a Dini e compagnia bella alzò lo standard sino alle stelle nelle strasposizioni animate supereroistiche) alla produzione e sopratutto il veterano J.M. DeMatteis (molti lettori se lo ricorderanno per la JLA).


DeMatteis adatta e rilegge in chiave libera fatti e tematiche del fumetto prendendosi le giuste (ma non sempre convinceti) libertà di scrittura per rendere il film più veloce e fruibile ma mantenendo inalterati molti passaggi oltre al senso di alienazione distopica originale. Il fumetto di Millar (Kick-Ass, Civil War), illustrato da Dave Johnson e Kilian Plunkett, ha tanti meriti, proprio e soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi, che sfugge - inevitabilmente? - agli schemi a cui siamo abituati. Superman non può essere totalmente buono, perché è pur sempre il leader "di quegli altri". Luthor, per la ragione diametralmente opposta, non può essere davvero cattivo. E Lois Lane, che qui è sposata con Luthor, funge da ponte tra quei due mondi, da primo contatto per Superman con il mondo USA. E da ricordo costante di quello che sarebbe potuto essere, e che nel loro mondo vero è stato.


Impeccabile la realizzazione tecnica delle pellicola con animazioni fluidissime che esaltano le tre sequenze d’azione vere e proprie in cui viene amplificato, grazie ad una regia esperta che strizza l’occhio a Zack Snyder e al suo Man of Steel, il senso di potenza di quello che in questo universo è l’unico essere dotato di poteri simili. Il character design mutua qualcosa dal classico stile di Bruce Timm pur mantenendo quel realismo longilineo delle ultime produzioni animate. Il cast di personaggi funziona benissimo: Wonder Woman (una dei super-comprimari della storia) è più definita di quanto visto nel fumetto, Batman qui è il più psicotico e pericoloso che abbiate mai visto e infine Brainiac fa sempre la sua bella figura. Qualche “semplificazione” qui – la parte più politica del fumetto – e qualche taglio là – la dinamica fra Diana e Superman che supera con divertente ironia il semplice romanticismo – porta il film ad evidenziare invece la progressiva ma inesorabilmente morte degli ideali di Superman che da liberatore diventa tiranno, come il suo costume che diventa progressivamente sempre più una uniforme militare, tanto da non riuscire a vedere che i suoi nemici non erano Luthor e gli USA. Manca il finale iper-fantascientifico del graphic novel originale sostituito da uno che strizza l’occhio a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e ha un retrogusto molto progressista (e questo mina di tanto la visione originaria del fumetto di partenza).

Commenti

  1. Il fumetto è molto bello. Se lo vedo comparire in una piattaforma che ho, gli do una chance.

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    1. un adattamento che poteva eccellere, ma rischia poco anche a livello grafico di sperimentazione. Resta comunque una visione decente.

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  2. Tempo fa ho letto un racconto (racconto, non fumetto) che immaginava cosa sarebbe successo se Kal-El fosse atterrato nella Germania degli anni Venti. Quindi un Superman al soldo dei nazisti, mostrato negli anni dopo la guerra e la sconfitta del Reich.

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    1. Anche quella sarebbe stata un'ottima idea per realizzarne un fumetto, se non fosse arrivato prima Millar con la sua.

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  3. Il fumetto è secondo me la più bella storia di Superman che ho mai letto. Se mi capita proverò a vedere anche il film, anche se dalle tue parole mi sembra inferiore.

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    1. Di sicuro non avrai lo stesso impatto ricevuto con la lettura del fumetto di Millar. Ma se fossi in te, io una chance gliela darei.

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  4. Non sono un fan del fumetto ma questa trasposizione animata mi piacerebbe guardarla e tu mi hai incuriosito.
    Per me De Matteis è una garanzia, dato che la JLA che ha scritto insieme e Giffen è la mia preferita.
    Lo stile di Timm, nonostante ne riconosca il talento, non è tra i miei preferiti ma nei lungometraggi animati DC è migliorato ulteriormente.
    Ottima recensione, te lo dico da massimo esperto dell'Uomo d'Acciaio!

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    1. Ciao Ema, spero che stai passando una bella estate. Tornando al film posso dirti che uno sguardo da lettore a lettore si può ben fare, Millar non è di sicuro un artista apprezzabile universalmente (ma chi lo è in fondo, tranne Kirby ovvio).

      Passando alle letture di Superman mi son letto Brainiac di Johns, interessante parentesi. Tra le altre posso votarti il bellissimo All-Star Superman di Morrison, scrittura magistrale e lo stesso si può dire dei disegni del grande Quitely.

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