One from the Heart (1982) L'amore esiste solo per gli sciocchi, un sogno lungo un giorno di Francis Ford Coppola
Essendo che siamo ormai vicini all'uscita di "Megalopolis" mi sembrava giusto scoprire una pellicola che condivide lo stesso mutevole destino nella filmografia del cineasta Coppola, all'uscita fu un grossissimo tonfo (sperando che quella nuova non lo sia) tra critica e pubblico per poi essere rivalutata col tempo nelle nuove vesti di un classico delle sue produzioni. Inizialmente, il film doveva essere una commedia romantica, ma Coppola voleva una produzione più ambiziosa, aumentando il budget del film da 15 milioni a 23 milioni di dollari (non contando che la MGM pagò lo stesso regista per dirigererla ben 2 milioni), pagando miniature e sfondi sontuosi. Il film è stato girato quasi interamente nei teatri di posa Zoetrope. Coppola ha insistito nel costruire set per aggiungere artificialità al proscenio.
Coppola ha sfruttato l'opportunità per introdurre un metodo di produzione cinematografica più economico. Soprannominato "cinema elettronico", prevedeva di girare e montare uno storyboard visivo su videocassetta, consentendo un riferimento durante le riprese effettive su pellicola. Gene Kelly era un consulente di danza per la sequenza che coinvolgeva Teri Garr e Raul Julia. Kelly non era d'accordo con Coppola sulla storia che la danza avrebbe dovuto rappresentare. Coppola ha utilizzato la sua preferenza per l'uscita nelle sale, sebbene il restauro del film del 2003 abbia rappresentato l'idea originale di Kelly.
Quando lo stesso Coppola ha ammesso d'essere un grande fan delle opere di Tennessee Williams, in particolare "A Streetcar Named Desire" adattata da Elia Kazan nel 1951, non viene difficile credere che la prova svolta per "One from the Heart" ne sia una diretta estensione, ma non solo. Se la sceneggiatura di Coppola e Armyan Bernstein (suo il soggetto) ritrae una "storiella d'amore" di una coppia in crisi dopo cinque anni di convivenza (a Las Vegas nella guirnata del 4 Luglio), tra tresche e segreti sarebbe limitativo soffermarsi su di essa. Esatto, perché il contorno creativo ed evocativo creato dal regista raggiunge grandissime vette di sperimentazione artistica, che non si risparmia tra coreografia (in particolare una scena di ballo elaborata dallo stesso Gene Kelly, tutta da vedere), fotografia di Vittorio Storaro & Ronald Víctor García, colonna sonora di Tom Waits (assieme a Crystal Gayle) e production design di Dean Tavoularis non si risparmia mai e regala uno spettacolo visivo quasi perfetto.
Se nel cast troviamo due solide costanti interpretate da Frederic Forrest e una bellissima Teri Garr si aggiungono le variabili amorose rappresentate da una più che mai magica Nastassja Kinski, nelle vesti di una circense, e dal grande Raúl Juliá, a questi vanno aggiunti il solito caratterista d'eccezione Harry Dean Stanton. Il film è stato un flop colossale, un'opera artistica non adatta al tempo in cui è uscita, ma anche dannatamente troppo avanti in cui si possono trovare i dettagli che hanno reso "Mishima" di Paul Schrader e "Paris, Texas" di Wenders altrettanto famosi alla loro uscita. Come "Cotton Club", anche se in misura maggiore, questo film di Coppola dimostra la grande vastità d'intenti cinematografici con il quale il cineasta si applica e se il novello "Megalopolis" sarà capace di offrire anche 1/4 di quanto visto in questo film allora si potrà dire che il vero talento è nella visione delle proprie idee più che nel riscontro immediato del pubblico/critica.
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