Gothic (1986) La notte in cui furono concepiti i mostri (a casa Byron)
Una folle notte in casa Byron, o almeno questo presuppone l'approccio di un regista d'altissimo calibro allegorico e allucinatorio come Ken Russell. Da grandissimo regista britannico, in bilico tra il revisionismo visionario di un certo Alan Moore e l'esoterismo di un certo Aleister Crowley, non vi è una classica e ben definita presa di visione per contemplare questa (più che mai) gotica rappresentazione della notte in cui furono concepiti "Frankenstein" di Mary Shelley e "Il vampiro" di John William Polidori, attraverso la sceneggiatura di Stephen Volk.
Viene da dire che la messa scena barocca e il modo di fare teatrale possono forse far storcere il naso, ma io ci vedo anche una grandissima voglia di mettere in mostra le proprie idee. Ipnotizzatante la colonna sonora di Thomas Dolby che si sposa con tutte le immagini fantastiche, perverse, erotiche, blasfeme, eretiche che il cineasta abbonda in qualsiasi fotogramma che non sia partecipe di una scena completa. Natasha Richardson & Myriam Cyr nei panni di Mary e Claire offrono due facce della stessa medaglia, in cui la Richardson comunque mostra tantissimo talento rispetto alla seconda e poi il cast maschile formato da: Gabriel Byrne (nel ruolo di Byron), Julian Sands (nel ruolo di Percy Shelley) e Timothy Spall (nelle vesti di Polidori) chiudono il cerchio ognuno con le sue proprie sfumature e interpretazioni.
Una festa psico-sessuale ambientata in una magione degna di un dipinto classico, piena d'energia e colori vivaci. La sua natura sfruttatrice, da sogno febbrile, raramente cessa, a volte fino al punto di una totale incoscienza delle scplte narrative. Resta principalmente deliziosamente cattivo (quanto maligno), resta im fatto che per giderselo bisogna aver completamente assimilato lo stile di Ken Russell e del suo occultismo esoterico cinematografico.
Di base è la notte allucinata di una élite di giovani artisti privilegiati con molti scheletri e pene del vivere nell'armadio, ma l'esecuzione che sfora nel cinema fantastico è memorabile già solo per averla impostata in tale maniera. Ken non fa un film biografico, ma va oltre cercando di tastare la natura degli incubi umani (in questo la plateale citazione al quadro The Nightmare di Henry Fuseli e la rappresentazione massima di questo intento).
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