28 Weeks Later (2007) Il Rage Virus colpisce ancora

"Di 28 ce n'è uno" verrebbe da dire guardando al passato, affermazione vera visto l'impatto avuto dallo zombie movie del nuovo millennio per eccellenza partorito in suolo inglese, che rivoluzionò il concetto tanto caro ed introdotto da Romero. L'idea di un sequel di 28 Giorni Dopo venne esattamente dopo 5 anni dal primo film, in questo caso regista e sceneggiatori originale fecero due scelte: la prima fu quella di essere solo produttori visto che Boyle e Garland erano impegnati con Sunshine e la seconda fu quella di scegliere (dallo stesso Boyle) come regista Juan Carlos Fresnadillo talento spagnolo emerso con la pellicola Intacto. Scelta ancora più ardita fu quella di rinnovare il cast introducendo attori nuovi come: Idris Elba, Jeremy Renner, Rose Byrne, Rober Carlyle e Imogen Poots così da stabilire nuove svolte alla trama nonostante la bellissima colonna sonora rimase nelle salde mani di John Murphy. Il budget del film fu aumentato, visto gli incassi del precedente, passando da otto a quindici milioni di dollari. Da sempre vi è la regola che il sequel non è mai all'altezza del primo, difatti neanche questo seguito riesce ad essere ancora innovatore del genere adagiandosi nel già visto. Difatti la sceneggiatura conta ben quattro teste (compresa quella del regista): Rowan Joff, E. L. Lavigne e Jesus Olmo non adottano l'introspezione di Garland e la crescita di tensione invece seguono la strada del genere action incrementando così il ritmo narrativo che tiene poche fasi morte si fa omogeneo per tutti i cento minuti di durata.
Vi è da dire però che in questo quadro d'azione si contano però abbastanza banalità che rispecchiano il genere degli zombie che non starò qua ad elencare perché lampanti, ma tra tutte mi viene da citare la malsana idea di ripopolare una zona di Londra quando questa non era ancora stata ripulita completamente (grande intuizione della NATO in questa caso). Gli aspetti più interessanti di questo nuovo soggetto riguardano senza dubbio l'insorgere di un portatore sano ma immune al Rage Virus (bella l'idea di usare le persone con eterocromia oculare) che diventa una lama a doppio taglio cioè sia una cura che una bomba virale allo stesso tempo. Parlando del film vi è quella voglia di ricalcare i fasti della prima pellicola: una Londra distrutta, la truculenta natura di questi zombie virali e l'ansia di essere alla mercé di una situazione più grossa di noi sesti. L'inizio è da cardiopalma, la corsa per la sopravvivenza di Carlyle per sfuggire dagli zombie è forse una delle più belle scene che abbia visto (supportata da una fantastica regia e dalla colonna sonora) ma avanzando di trama (e passando esattamente 28 settimane dopo) il ritmo cala per poi esplodere di nuovo (come l'infezione), tramite una scena di cui sempre Carlyle ne è assoluto protagonista e che mostra come si possa caratterizzare ottimamente una trasformazione agli antipodi caratteriali, portando alla fase più action tra: cecchini che sparano sulla folla, isteria di massa, elicottero mozza zombie, bombardamenti chimici, pasti macabri e riprese in prima persone con visuale notturna (che fa molto REC ed in particolare Il Silenzio degli Innocenti) in pratica una escalation di violenza per la sopravvivenza dei nuovi "coloni".
Nonostante questo però il film risulta inferiore al primo capitolo, nonostante l'accativante impronta di genere del regista spagnolo, che si concede però troppi rallenty ed un paio di riprese un po' troppo confusionarie. I personaggi non sono caratterizzati, anche per via della trama ma tra questi si ricordano senza dubbio: il già citato Carlyle, la bella Rose Byrne, un Jeremy Renner ben calato nella parte, la giovane Imogen Poots ed un Idris Elba convincente se pur in un piccolo ruolo. Per concludere il film rispetto al precedente è molto meno cupo, più commerciale e la cosa che si nota di più è che rispetto a 28 giorni dopo è decisamente più violento con scene splatter vere e proprie che nel film di Boyle erano quasi assenti. Lì si giocava di più sulla tensione mentre qui si pensa sopratutto a contrastare (in modo molto stupido) l'epidemia. Immancabile il finale aperto che lascia presagire ad un sequel, come quando starà solo a Boyle e Garland deciderlo.

Commenti

  1. Non è sicuramente bello come il primo ma c'è Robert Carlysle e già è un punto a favore. Poi ricordo una scena buia, virata all'infrarosso, particolarmente ansiogena!

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    1. Si sul finale! Roba in stike Il Silenzio degli Innocenti!

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  2. Adoro i post apocalittici ma dopo un primo film quasi perfetto, di questo non mi è rimasto nulla. Leggendo la tua recensione mi pareva di leggere di un film mai visto!
    Ho solo un ricordo concorde al tuo giudizio, "carino, inferiore al primo ma nulla di che".
    Visto solo una volta, non mi invoglia ad un ripasso e tieni conto che ho rivisto certe schifezze solo per amore del genere.
    Da appassionato di zombie, non mi sento di definire questi infetti come tali, anche se non è sbagliato, alla fine sono come la seconda generazione di morti viventi, che corrono, saltano e fanno piroette (e che non ho mai digerito, per me lo zombie è solo quello di Romero!). Non so, il crederli degli infetti rabbiosi piuttosto che morti viventi, mi ha fatto apprezzare questo nemico.

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    1. Del resto sono figli delle paure di fine 90 verso l'AIDS, io li chiamerei anche sickos!

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  3. Banale sì, inferiore al primo certamente, ma ugualmente godibile ;)

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    1. Purtroppo l'esercito della NATO non si può vedere. 😂 Comunque resta un sequel degno di nota rispetto ad altri.

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  4. Voglio bene a questo seguito, abbraccia forse di più il canone dei film di zombie (che non sono zombie ma ci siamo capiti) e la scena iniziale è bellissima. Avrei molto gradito un "28 months later" e anche un "28 Years later". Cheers!

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    1. Leggendo in giro ho sento che Boyle & Garland hanno già in mente il terzo atto. Ma quando e come si farà è da decidere.

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