Nuremberg (2000) Il processo (equo?) per crimini di guerra ai Nazisti



Se l'altro giorno ho parlato necessariemente di una miniserie televisiva, a due episodi filmici da novanta minuti cada uno, in cui veniva raccontata una storia pre-WWII, in questo caso di oggi mi trovo nel parlare (sempre dello stesso formato mediatico) invece della conclusione per eccellenza del secondo conflitto. Quando i vincitori alleati decisero di fare per la prima volta un processo per crimini di guerra, in cui erano presenti loro stessi cone giudici, ai nazisti sopravvissuti dopo la presa di Berlino e il termine della guerra con l'intervento americano. Una produzione televisiva sia canadese che americana, sceneggiata da David W. Rintels basandosi per lo più sul libro "Nuremberg: Infamy on Trial" di Joseph E. Persico e diretta dal regista canadese Yves Simoneau. Il cast d'attori vede la presenza di: Alec Baldwin, Brian Cox, Christopher Plummer, Jill Hennessy, Matt Craven, Max von Sydow, Michael Ironside e Charlotte Gainsbourg.




Anche in questo caso, come nel lavoro fatto con l'ascesa di Hitler, le incongruenze per motivi di sceneggiatura e necessità del mezzo narrativo sono sempre dietro l'angolo quindi per questo è sempre suggerita la visione di diversi documentari per carpire meglio tutto quello che successe durante il processo del secolo. Fatto sta che nonostante la presenza americana dietro al lavoro è possibile comunque risentire anche l'influenza neutra data dalla produzione congiunta con il Canada e quindi il risultato non forzatamente di parte. Comunque tutta la dinamica del processo tende nel valorizzare il senso di giustizia americano, nonostante il processo sia stato formulato con la procedura inglese, in cui per esempio non viene mai messa in ombra l'accusa svolta da Robert H. Jackson che viene esposta quasi come intoccabile, nonostante egli stesso si sia trovato più di una volta in difficoltà alla presenza Hermann Göring. Senza contare poi l'inutile trama amorosa che viene instaurata tra lo stesso Jackson e la sua segretaria, intepretata dalla dolce Jill Hennessy che tutti ricordiamo per "Robocop 3", che risulta totalmente inutile ai fini della storia raccontata.


Quindi tolte le dovute incongruenze di adattamento della storia e l'eventuale romanzamento a livello cinematografico nulla toglie l'effettivo valore di questa pellicola fatta per la televisione. Didattica e istruttiva, ma anche dannatamente violenta sia per le immagini dei campi di sterminio (i filmati usati sono gli stessi del processo) sia per le personalità dei nazisti messe a giudizio. Brian Cox giganteggia su tutti e tutti (vincerà un Golden Globe meritatissimo per il suo Hermann Göring), davvero una prova da vedere per comprendere la vera grandezza dell'attore. Altro discorso per Alec Baldwin che quando non resta sul pezzo, si perde in inutili fedigrafe smancerie con la bella (quanto inutile ai fini della storia) segretaria. Il resto del cast è ottimo nella sua prova, da citare Plummer, Craven e Ironside in particolare. Viene mostrato un capitolo di storia importante, quanto forse inutile ai fini della vera giustizia che si voleva fare e talvolta messo troppo dal punto di vista americano (la storia la fanno i vincitori), anche se rimesso sui binari con un bellissimo dialogo sulla stessa controversa politica americana durante la guerra. Un prodotto televisivo ma che è degno di tutte le lodi che si porta dietro, che risulta forte nell'introspezione di determinati personaggi chiave e nel sottogenere del cinema d'inchiesta nel quale viene incanalato.

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