The Caine Mutiny Court-Martial (1988) Dal teatro alla settima arte secondo Robert Altman
Il semplice e brillante adattamento televisivo di Robert Altman, del celebre processo navale immaginario, è un portento per lo studio sui personaggi, sia come rimprovero ai tentacolari romanzi antimilitari che sulla Seconda Guerra Mondiale. A differenza del film del 1954, questa versione è basata sulla rappresentazione teatrale di Herman Wouk e si concentra esclusivamente sul processo stesso. Mentre gli eventi si concentrano sulla progressione dei testimoni nell'aula temporanea del tribunale (è una palestra riconvertita), ogni uomo viene esaminato al microscopio che rivela punti di forza, debolezza, ipocrisia e angoscia.Di fronte all'ingrato compito di seguire la scia di Bogart, Brad Davis offre una performance tagliente nei panni di Qeeg, una personalità irritabile che lentamente si scioglie e si scolla sulla sedia dei testimoni. Eric Bogosian è altrettanto potente nei panni dell'acuto avvocato difensore che è combattuto mentre le questioni del processo si insinuano nei suoi mutevoli atteggiamenti morali riguardo alla guerra. Intellettuale cinico quando entrò nei Marines come aviatore, Greenwald ora vede la necessità pragmatica di un esercito strutturato per sconfiggere i mali del Nazismo (in particolare come ebreo americano). Per vincere il processo deve distruggere la vita di un ufficiale di carriera e ne è stufo. Jeff Daniels, Peter Gallagher e il resto del cast sono tutti di prim'ordine.
La versione del film TV del 1988 è anche in grado di toccare brevemente le questioni dell'antisemitismo e dell'omosessualità che erano state cancellate nella versione per il grande schermo degli anni '50. Questo adattamento da parte di un grande come Altman offre quella sorpresa fin troppo rara di permettere alle star di Hollywood di entrare in alcuni personaggi e spettacoli vivi che sono normalmente riservati al palcoscenico. Offerto con il tipico dialogo sovrapposto di Altman, è un grande dramma, un gioiello sottovalutato e vale 100 minuti del tuo tempo. Un film "televisivo" che rimane tale solo per il budget che è stato dato per girarlo, ma che ha un ampio respiro, molto intimista, nel modo in cui la matrice teatrale è stata esposta e pure molto avanti per l'anno di produzione della pellicola stessa. Spiegandomi meglio, utilizzare un campo da gioco (tutto imbastito da corte per filo e per segno) poteva risultare un colpo d'occhio al grande disegno della trama, invece l'intelligenza di un maestro come Altman è stata quello di sfruttare i movimenti della telecamera in ogni angolo possibile e in ogni persona rappresentata, seguendo il suo classico impianto corale dei personaggi ma focalizzato su quelli chiave prettamente, ma non tralasciando il contorno.
Altro gran pregio è nella figura di Bogosian che implementa la sua origine ebraica nello script, facendola esplodere nel finale (tipicamente un bagno di folla Altmaniano) in modo veritiero e sconcertante per le verità che esso rivela. Il cast (come anche nel rifacimento successivo di Friedkin) è perfetto: Daniels mostra la bonaria ingenuità del suo personaggio, Kevin J. O'Connor mostra la sua grande dote di caratterista che ha fatto la sua carriera successivamente a Holywood, Brad Davis da forse l'interpretazione della vita e la gradita presenza di Michael Murphy si fa sempre sentire con i suoi personaggi secondari. Altman realizza un sopraffino film di corte marziale dalle chiare origini teatrali, con dialoghi serrati e fare incalzante di sviluppo narrativo, che non tralascia nessuna introspezione intelligente per l'epoca storica in cui la storia è ambientata.
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