The Death of Stalin (2017) Morto un Comunista, se ne fa un altro
Nella mia, più che mai improbabile, rotazione di film a sfondo storico/bellico di fine 2023 ho potuto finalmente rimettere gli occhi su una pellicola che avevo messo da parte un po' di anni fa per la scarsa conoscenza che avevo della materia. Dico scarsa perché negli ultimi anni (da quel giorno) sono riuscito nel rimettermi in pari, culturalmente parlando, su molti più fronti di quanti abbia mai potuto averne in precedenza. Di solito quando guardo una pellicola come questa è meglio avere una base forte del tema trattato perché si rischia, inevitabilmente, di non poter capire le trovate della sceneggiatura e i richiami che si fanno, sia pure nel romanzamento che nel riproporre i fatti compattando la storia a favore del mezzo cinematografico nei suoi tempi di gestione. Quindi eccomi qua nel dover esporre "The Death of Stalin" del 2017, scritto e diretto dallo scozzese Armando Iannucci che a sua volta basa il soggetto della trasposizione sul fumetto omonimo dei francesi Fabien Nury (testo) & Thierry Robin (illustrazioni).
La sceneggiatura oltre al regista contiene pure l'aiuto di altre due persone (David Schneider & Ian Martin) e una terza per materiale addizionale (Peter Fellows), questo solo per far capire quante menti abbiano dovuto cimentarsi nella trasposizione, per rendere il soggetto trattato più fruibile possibile agli spettatori. Già dal titolo si capisce l'andazzo, Il film descrive la lotta interna per il potere sociale e politico tra i membri del Consiglio dei ministri dopo la morte del leader sovietico Joseph Stalin nel 1953, quindi tutto un programma per chi volesse approfondire i fatti di quella vicenda che portarono alla destalinizzazione.La triplice produzione franco-britannico-belga vede protagonista un cast corale che comprende: Steve Buscemi, Simon Russell Beale, Paddy Considine, Rupert Friend, Jason Isaacs (che prende il posto di Timothy Dalton), Olga Kurylenko (l'unica vera russa nel cast), Michael Palin, Andrea Riseborough, Dermot Crowley, Paul Chahidi, Adrian McLoughlin, Paul Whitehouse e Jeffrey Tambor. In pratica un cast creativo di attori di talento, tra vecchi, nuovi e contemporanei volti del cinema più o meno conosciuto. Il genere è quello satirico puramente Britannico di fatti storici, in questo la presenza di un attore come Michael Palin (nei panni di Molotov) è il biglietto da visita, una commedia nera e grottesca sui giochi di potere come solo lo stile Europeo sa fare e che non è piaciuto per niente ai Russi. Dunque commedia nera e grottesca vecchio stampo stavo dicendo, con un cast di prim'ordine, in cui spiccano giganti come Steve Buscemi nei panni di Nikita Khrushchev, che si destreggia con battute acidissime dallo humour nero in uno sfondo grottesco per descrivere (con le dovute libertà poetiche) la presa di potere che avrà Nikita Chruščëv su tutti i "compagni" di partito.
Iannucci senza dubbio porta la sua creativa satira politica, secondo cui le uniche persone che possono prosperare nel potere sono i cinici e i deboli, e la applica a un’era storica con la posta in gioco più alta possibile. Prendendo figure storiche del Politburo di Stalin che se la giocavano secondo regole molto più dure, questo conferisce a tutti gli imbrogli del palazzo una scelta slapstick dal sottofondo molto dark che diventa sempre più oscuro man mano che il film avanza, facendo anche travisare la tristezza che infonde un sogghigno confuso. Una scelta molto particolare, che secondo me ripaga la visione e non tralascia la realtà dei fatti neanche per un attimo. Le menzogne sono il tema centrale del film; tutti devono fingere che il dittatore sia un genio, che il paese sia in buona forma e che non ci sia una competizione “cane mangia cane”. Stalin è una metafora del sistema; amichevole in superficie, ma pronto a mettere chiunque su un treno veloce per il gulag. La microgestione del dittatore segna il suo destino; le guardie hanno paura di indagare, i medici competenti sono stati arrestati per tradimento e i suoi subordinati sono occupati a pugnalarsi a vicenda. Vedere la burocrazia divorarsi per tutto il film è micidiale.
Difficile da giudicare, anche da commentare, ma di certo quel che dice arriva forte.
RispondiEliminaCaustico se non si conosce bene la storia dietro.
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