September (1987) Malinconici giorni di fine estate, Woody Allen sulle orme di Čechov




- Un film drammatico che rispondeva alla domanda: anime tormentate possono fare i conti con le loro tristi vite, se il regista è uno che dovrebbe stare ancora a scrivere battute sulle suocere per i giornali di Broadway? In questo caso volevo fare qualcosa alla Čechov: personaggi che non si muovono da una casa di campagna, conflitti e confusioni emotive. Feci in modo che potesse essere girato tutto in interni, in un set costruito dallo scenografo Santo Loquasto, con attori bravissimi alle prese con ansie più o meno represse. Mi piaceva evocare un'atmosfera malinconica, da fine estate, nella speranza che venisse riconosciuta la mia musa tragica e magari che al Carnagie Deli chiamassero un sandwich con il mio nome.[...]Finite le riprese e il montaggio, quando vidi quello che avevo combinato, mi resi conto che di čechoviano c'era ben poco. In questo caso non potevo neanche cercare di salvare il salvabile con un montaggio creativo, e in un momento di folle megalomania decisi di rigirare tutto il film [...] Malgrado le magnifiche interpretazioni, "Settembre" fu un flop. Avevo sostuito Sam Shepard con uno dei miei attori preferiti, Sam Waterston, e Dianne Wiest fu eccezionale, come al solito. Anche Mia sprecò una delle migliori interpretazioni della sua carriera. -

Woody Allen su "September", dalla sua autobiografia "A proposito di niente"





La potenza evocativa emozionale di questo film di Woody è (purtroppo) indirettamente proporzionale alla fama che si porta dietro. Se contiamo già che per il regista stesso è un film "non riuscito" nell'idea che si è fatto durante la stesura e presupposti del risultato finale, si può (forse) vacillare sul suo valore oggettivo. Tolta questa scomoda premessa, le prove del cast sono d'alta qualità se poi ci aggiungiamo la regia (ispirata, tributo o immolazione a Čechov) quello ci troviamo davanti è un dramma sentimentale molto forte e reale. Mia Farrow (forse) offre la sua prova migliore in anni di cinema, in particolare una scena è talmente reale che spacca letteralmente la quarta parete per vocazione alla recitazione. Certo la Farrow è da citare, ma anche il lavoro svolto da: Dianne Wiest, Elaine Stritch, Denholm Elliott, Jack Warden e Sam Waterston (sostituto del sostituto dell'attore originale, prima Walken e poi Shepard) risulta di un'intesità davvero palpabile e viva.



Woody in una sorta di emulazione del suo più grande maestro, forse nel voler mettere questo confronto lui può anche perdere ma se messo in una scala divisa di comparazione per me il risultato è ottimo. Tutto girato in interni, con la telecamera che si muove naturalmente e con una colonna sonora davvero di grande qualità. Un Allen diverso, personale, facilmente fraintendibile per la sua diversità stilistica rispetto ad alte opere ma non per questo minore o trascurabile. L'essenza del dramma scaturisce in particolare dai più abili commediografi e questo Woody lo ha ancora una volta dimostrato. Non potevo trovare miglior film per concludere questa mia estate.

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