Lincoln (2012) Cose uguali a una stessa cosa sono uguali fra di loro

L'idea del progetto prende vita quando Steven Spielberg incontra la scrittrice Doris Kearns Goodwin, che aveva appena finito la stesura del suo libro Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln (pubblicato nel 2005), letto dallo stesso Spielberg in anteprima, su concessione della scrittrice; così il regista decise di girare un film sulla vita di Abraham Lincoln basandosi sul libro della Goodwin. Inizialmente il ruolo di Lincoln era destinato a Liam Neeson che declinò l'offerta per via della sua età avanzata.

Spielberg non ci regala nemmeno una sequenza che rimarrà nella memoria purtroppo almeno a lungo termine nonostante la perfezione tecnica sia per lo più diretta sulle soggettive dei personaggi che ai campi lunghi, la partitura del grande Williams è di sfondo in modo abbastanza anonimo, la fotografia di Kaminski è come sempre senza sbavature, lattiginosa/biancastra amalgamata con l'azzurro livido e marron/arancione che dominano a seconda dell'ambientazione, i costumi di Joanna Johnston uniti alla scenografia di Rick Carter sono eleganti ed allo stesso tempo dettagliati sia per il periodo storico che rappresentano sia per la rappresentazione diegetica che il film si porta appresso.

La storia che è al centro di tutto prende in esame solo quattro mesi di vita di Lincoln per l'esattezza, il film si concentra esclusivamente sulla vita privata di Lincoln e sulla vicenda che porterà all'approvazione del XIII Emendamento. Il tutto in maniera a volte troppo retorica ma dannatamente dettagliata e intrigante. La guerra civile è sullo sfondo narrativo qualche esplicazione delle terribili battaglie avrebbero aggiunto pathos alla vicenda secondo me, invece il regista si concentra nei dialoghi e nella tecnicamente perfetta evoluzione narrativa dei dialoghi. La ferocia di Spielberg alla vecchia maniera si sente nella scena iniziale di battaglia e nella mostra della fossa comune per gli arti amputati dei soldati, ma per il resto la sceneggiatura di Tony Kushner preferisce seguire le dinamiche della riuscita del XIII emendamento difatti le scene ambientate nel Senato americano sono di quanto più riuscito anche come fedeltà storica.

Gran merito va dato al grande cast per la riuscita credibilita del film: primo tra tutti un camaleontico Day-Lewis che regala ai posteri un bellissimo e affabulatore Lincoln (forse un po' buonista) che è l'altra faccia della medaglia del suo Bill Cutting in Gangs of New York di Scorsese, Sally Field nei panni di Molly è la giusta controparte alla figura iconica data dal Presidente in questione, Lee Jones perfetto sia nei dialoghi che nella fisicità dell'interpetazione seguono poi a ruota grandi nomi tutti ben scelti e ispirati come Jared Harris, James Spader, Lee Pace, Goggins, Michael Stuhlbarg, Gordon-Levitt, Earle Haleye cosi via. In conclusione il XXVIII emendamento cinematografico di Spielberg può risultare un polpettone sfornato apposta per l'Academy ma è anche un film molto minuzioso che si prende tutto il tempo per raccontare una storia di compromessi ma anche di figure storiche che in America faranno sempre parlare di se. Tecnicamente ricercato, tendenzialmente verboso e ottimamente recitato.

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