Parlando di cinema: L'uso da manuale del voice-over nei film di Martin Scorsese


La voce fuori campo (o voice-over nel gergo tecnico) nella settima arte è spesso accusata di essere didascalica (giustamente). Visto che il cinema riguarda la narrazione visiva. Bisogna anche dire però, che la voce fuori campo può minare il valore della pellicola se usata in modo improprio. Però nella filmografia di Martin Scorsese: Quei bravi ragazzi, Casinò, Il lupo di Wall Street e Taxi Driver sono ottimi esempi di quanto possa essere eccezionale una voce fuori campo se performata correttamente (talvolta unita alla rottura della quarta parete). L’utilizzo di Martin Scorsese del voice-over funziona così bene perché la usa con uno scopo ben preciso, ne completano la narrazione visiva, piuttosto che compensare la mancanza di essa. Ad esempio, film come Quei bravi ragazzi e Il lupo di Wall Street richiedono necessitano di una voce fuori campo. Adattamenti di romanzi, quindi una necessaria opportunità di fornire tutte le informazioni di cui lo spettatore ha bisogna. In ambedue le pellicole citate, Scorsese usa questo metodo per solidificare e al tempo stesso sublimare il rapporto tra spettatore e protagonista. Vengono fornite rapidamente informazioni di base e spiegazioni in modo intelligente (e carismatico). In Quei bravi ragazzi, la voce fuori campo di Henry Hill (Ray Liotta) descrive i dettagli della mafia a New York e la sua ascesa e caduta nei loro ranghi. In The Wolf of Wall Street la voce fuori campo di Jordan Belfort (tramite Leonardo DiCaprio) descrive la sua ascesa e caduta come agente di cambio a New York negli anni '90.
Doppiaggio e fotogrammi che si uniscono perfettamente e spontanemante all’evoluzione narrativa. L'uso della voce fuori campo da parte di Scorsese porta anche i suoi film a un livello superiore per quello che riguarda l’elemento sorpresa. In Quei bravi ragazzi e Casinò, le morti dei personaggi di Joe Pesci sono la quintessenza del suo utilizzo da parte del regista. Entrambi i film impiegano quello che sembra essere un narratore onnisciente fin dall'inizio, visto che i personaggi credono che saranno uccisi dalla mafia. La narrazione di Henry spiega a lungo che questo significa diventare un membro a pieno titolo della mafia. Continua dicendo quanto siano tutti eccitati per questo. In altre parole, la sua narrazione porta lo spettatore a credere che l'induzione di Tommy accadrà sicuramente. La voce fuori campo di Henry è molto nostalgica per l'intero film. Questo ci fa presumere inconsciamente di ricevere sempre tutte le informazioni necessarie. Se dovesse succedere qualcosa fuori dall'ordinario, crediamo che riceveremo un avvertimento. Quindi, quando arriva la scena e Tommy invece riceve un proiettile alla testa, il risultato è indubbiamente scioccante.

Quindi ogni volta che vi sentite annoiati delle voci fuori campo fatte male nei film, guardatevi un film di Scorsese, giusto per ricordare quanto possono essere eccezzionali nella mani di un sapiente del cinema. Del resto, l'incipit di Quei bravi ragazzi fa da maestro in questo: - Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster -, seguita da "Rags to Riches" di Tony Bennett, rimane uno dei più memorabili esempi del cinema moderno, una scarica di adrenalina cinematografica come nessun altro.



Commenti

  1. Un voice-over che secondo il regista non serviva, e invece aggiunge molto pathos al film, è quello in Blade Runner.
    Cioè uno di quelli fatti bene in italiano, un po' meno in originale dove Harrison Ford pare un po' svogliato.

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    1. Anche quello è un buon esempio, ma secondo me Scorsese ha sempre una marcia in più nell'usarlo.

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  2. Hai ragione, eppure non c'è Scorsese che tenga, a volte è proprio fastidiosa ..

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    1. Ad Astra resta un esempio lampante di questo! Ma potrei fare altri esempi.

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