Das Boot (1981) Eine Reise ans Ende des Verstandes



Si può dire molto del cinema bellico che tratta direttamente il secondo conflitto mondiale, come per quelli di tutte le altre guerre in generale, la prima cosa che viene in mente è la retorica dei vincitori, il revisionismo che si associa al primo nella buona o cattiva fede, la semplificazione o caricatura di certe sfumature delle fazioni in lotta e poi, infine, l'esasperazione del romanzamento. "Das Boot" (il battello) di Wolfgang Petersen è forse uno dei più fulgidi esempi di come dovrebbe essere fatto un film di guerra, oltretutto la punta di diamante del genere che riguarda i film sui sommergibili. Adattato in sceneggiatura dal regista stesso prendendo l'omonimo libro dell'autore Lothar Günter Buchheim, un ufficiale corrispondente di guerra che nel 1941 venne imbarcato a bordo dell'U-96 nella sua settima missione, con il compito di scattare fotografie e descrivere quanto avveniva per scopi di propaganda. Ci vollero due anni per girarlo, con un budget di 16 milioni di euro attuali, ma fu un successo mondiale al botteghino e ricevendo pure molte nomination agli Oscar.


Esistono molto versioni di tale pellicola: quella uscita al cinema nel 1981, quella fatta da Petersen nel 1997, quella televisiva formato episodi (ben sei ore) e quella definitiva con il materiale tagliato. In pratica tutto quello che fu il lavoro del cast creativo per la riuscita del film ha durato negli anni per la sua grandiosa qualità, di mezzi, intenti e naturalezza di come è stato realizzato. Come nel film del Maestro Peckinpah (La croce di ferro, 1977) il punto di vista è quello dei cattivi tedeschi, un grosso rischio, in quanto un prodotto anche leggermente di parte avrebbe potuto attirare accuse di revisionismo, un film antimilitarista avrebbe rischiato di essere giudicato banale. Petersen mise da parte ideologie, luoghi comuni e retorica e si concentrò su un solo obiettivo: il soldato, la sua vita a bordo, la sua paura e l'incredulità di fronte ai tristi eventi della guerra. L'equipaggio (a parte il primo ufficiale, dichiaratamente filo-nazista) è apolitico, indifferente e cinico, uno sguardo dannatamente reale che si fonde con le riprese in steadycam del regista che ne mostra i movimenti. Altro punto è stato quello di averlo realizzato in successione, così da creare maggiore impatto e verosimiglianza evitando così il mondo patinato tipico della dimensione Hollywoodiana. La ricostruzione di modelli per le battaglie inoltre e le ricercatezze della fotografia di Jost Vacano e della colonna sonora di Klaus Doldinger ne aumentano l'impatto narrativo.




Quello realizzato da Wolfgang Petersen può tranquillamente essere annoverato tra i migliori film di guerra (europei/mondiali) mai realizzato. In primis la direzione tecnica, che ti porta letteralmente dentro al sottomarino non solo fisicamente ma anche con la testa e il cuore, la telecamera si muove per i corridoi quasi fosse un punto di prospettiva umano nel seguire le gesta dei marinai nella sua fluidità di movimento. I momenti statici si dividono in quelli di tensione, svago, introspezione dei personaggi che lo popolano, tutto grazie ad un grande cast in cui viene facile menzionare Jürgen Prochnow, nei panni del capitano. Al di fuori del sottomarino viene anche mostrato un punto diverso sulla guerra, come in tutti I film che si rispettano e non seguono l'etica dei vincitori egemoni nella loro propaganda, del resto non tutti i tedeschi erano nazisti e questo viene fatto notare assolutamente. L'azione è sporadica, ma quando arriva ti lascia senza fiato e non risparmia nulla, anche i modelli adoperati per le riprese sono fantastici e dannatamente reali. Petersen sfrutta la regia al massimo, impreziosita dal talento di Jost Vacano alla fotografia che sublima tutti gli stati d'animo. Finale che non ti aspetti e che rivela quanto potesse essere spietata la guerra per noi generazioni che (fortunatamente) non l'abbiamo mai vissuta sulla propria pelle.

Commenti

  1. Indubbiamente un bel film, fa la sua figura ancora oggi...

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  2. Grande film nel suo genere dove viene descritta quanto pessima, per non dire alro, fosse la vita del "Marinaio" in tempo di guerra con alcune scene realizzate in modo fantastico, per esempio, quando i due equipaggi di lupi si incontrano nell'oceano in tempesta."Sempre attuale".

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    1. Si, quella introspezione nei personaggi valorizza infinitamente il valore del film.

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  3. Visto di recente, nella sua versione di tre ore e mezza. Esatto, quelli che si vedono non sono nazisti, forse nemmeno soldati, ma uomini con i loro difetti e le loro insicurezze e dunque per questo riusciamo a interfacciarci con loro.

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    1. Ovvio che quando compaiono i Nazi, comunque sul sommergibile ne abbiamo sempre uno, la differenza è abissale.

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  4. Un buonissimo film, e la serie omonima finita settimane fa di vedere brutta non è, ma ovviamente il film rimane migliore ;)

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    1. Intendi quella uscita in tempi recenti? Immagino sia un continuo/rifacimento di questa. Ma senza Petersen non può competere sullo stesso piano. Di sicuro è godibile.

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