Lone Star (1996) Stella Solitaria, il cattivo sceriffo di John Sayles
Neo-Western di confine per ambientazione e rispetto al genere, che nasconde una meditazione sul senso della storia, sui meccanismi come una metafora demistificante ad hoc per la storia degli States, ma che risulta non meno valida per la Storia in generale, e per la storia personale di ogni uomo. Come dice un indiano nel film: quando scoperchi una scatola non sai mai cosa puoi trovarci dentro: se poi ti trovi in un deserto puoi trovarci un serpente a sonagli. Ma solo affrontando il passato, svelandone i segreti, sondandone i misteri, si riesce a dare pace ai fantasmi, a farli scomparire.È un rischio: ma solo così facendo si riesce ad azzerare il contatore e ricominciare da capo. Per questo la pellicola stupisce, un film indipendente ma con un'anima densa dei migliori generi americani, diretta con tecnica e con la giusta alternanza di due periodi narrativi che combaciano tra loro. Come sempre gli anni 90 si fanno portatori di produzioni interessanti, in particolar modo quelle tipiche del circuito underground della cinema americano, in questo caso si mette un'altra tacca d'autore nella visione crepuscolare del genere western in quella decade.
John Sayles noto regista indipendente gira un film che non è drammatico ma vuol far riflettere, il cast veramente ben scelto: in particolare le prove di Cooper che è sempre una garanzia, di Kristofferson che porta in gioco uno scerifffo veramernte d'antologia e di McConaughey che nonostante le poche scene trasmette il carisma del personaggio. Ma tra le attrici spicca una bravissima Peña che regala una prova di alto livello, senza contare anche la presenza di Frances McDormand. La fotografia di Stuart Dryburgh inoltre incanstona il periodo clamorosamente, facendo anche da incarnazione spirituale di "Chinatown" che con questo film accomuna la capacità stilistica di incasellare la decade in cui è stato girato. La cosa più interessante risulta il fatto che la qualità del contenuto è dannatamente attuale.
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