Oscar (1991) Il gangster, le sue due figlie e tre valigette. Il talento di John Landis nella commedia americana

 



Sempre negli anni 90, ma questa volta nel mio anno di nascita che nel tempo ho potuto constatare offre un ampio spettro di pellicole particolare e interessanti allo stesso tempo. Come protagonista invece troviamo Stallone, qui alla sua svolta della carriera in trame meno action e più leggere che drammatiche. 
Gettato rapidamente nel cestino della spazzatura nel 1991, "Oscar" può secondo me uscire dalla nube oscura in cui fui gettato dalla critica sul passaggio di Sly Stallone alla commedia, senza parlare del mancato successo con il pubblico. Senza dubbio la fetta dei fan delle battute al vetriolo di "His Girl Friday" o "Clue", lo stampo teatrale e ricercato della pellicola, che fa il verso al contemporaneo intellettualismo di Aaron Sorkin, questa commedia di mafia dai risvolti rosa non si ferma mai. Oltretutto l'ambientazione d'inizio Novecento favorisce una migliore fruizione delle dinamiche che vengono nel crearsi e del contesto in cui i personaggi prendono vita, in questo l'overture con la marionetta che apre il sipario ai titoli di testa sotto il canto del "Barbiere di Siviglia" è il miglior biglietto da visita che il film potesse avere.



Basta solo pensare alla frase con cui Provolone "Snaps" (nomignolo da mafioso per via del continuo schioccare delle dita) commenta la nusica che ascolta la figlia: - It's this music you kids listen to today. Bing Crosby, Cab Calloway, don’t think I haven't heard the lyrics to Minnie the Moocher! -. La pellicola per come impostata non manca mai di mettere di buon umore lo spettatore. Sylvester Stallone interpreta un gangster che ha fatto voto al padre morente (un Kirk Douglas epico) di rinunciare alla sua vita criminale e di rigare dritto, sfortunatamente troverà più  di un ostacolo che lo metterà alla prova in questo percors9 di redenzione. Il film passa da una situazione farsesca all'altra e poiché si diverte sempre e non si prende mai molto sul serio, funziona perfettamente. Ci sono tante scene fantastiche, ma le mie preferite sono tra Angelo e sua figlia Lisa, interpretate allegramente da Marisa Tomei, che sembra proprio divertirsi un sacco. E chi può dimenticare Tim Curry, che è delizioso con il suo aspirante professore di dizione corteggiatore. È sicuramente divertente vedere Stallone così a suo agio in un ruolo comico dopo anni di sangue e lacrime.


Secondo lo steso regista John Landis, il film è stato influenzato dalle commedie uscite nell'epoca in cui è ambientato il film, con umorismo e dialoghi espressi in un modo che ricorda le vecchie commedie di Hollywood, in particolare quelle del genere "screwball" (o commedie svitate). Sempre Landis: - Oscar è una farsa ambientata nel 1931, una sorta di incontro tra Damon Runyon e Feydeau. Ho girato l'impostazione delle scene in modo deliberatamente stilizzato, tentando l'aspetto e l'atmosfera di una commedia hollywoodiana degli anni Trenta -. La prima scelta di Landis per il ruolo principale era Al Pacino, a cui sarebbero stati pagati 2 milioni di dollari per il ruolo, ma poi gli furono offerti 3 milioni di dollari per apparire in "Dick Tracy". - Fu molto schietto al riguardo, disse che avrebbe puntato i soldi - ha detto Landis proseguendo poi: - Penso che Oscar sarebbe stato un film migliore con Al, ma ecco fatto -. Stallone in seguito disse che avrebbe dovuto interpretare "Snaps", il suo personaggio nel film in un modo incredibilmente cinico come nella versione originale francese.



Una commedia degli equivoci di classe, in cui spicca la genialità del soggetto teatrale (che la rese famosa in Francia di cui questo film è un rifacimento di un altro adattamento), diretta da un gigante come John Landis della commedia americana, orchestrata in particolare da un altro gigante come Bernstein che fa del "Barbiere di Siviglia" di Rossini il continuo leit-motiv musicale. Verrebbe da chiamarla "Due matrimoni e tre valigette" viste le dinamiche che intercorrono tra personaggi e oggetti di scena. In questo vi è anche un cast di attori e attrici di prima scelta: Stallone, Douglas, Don Ameche, Kurtwood Smith, Peter Riegert, Palminteri, Tomei (al suo primo grande film), Curry, la bellissima Ornella Muti e chi ne ha più ne metta, che aggiungono valore alle gag e alle situazioni paradossali che si susseguono senza un attimo di sosta. Questo è uno di quei casi in cui bisogna dare una chance alla pellicola, fregandosene del botteghino e della critica, stando al gioco che il film fa di sé stesso senza dover per forza incedere nei ritmi (talvolta noiosi) incalzanti della commedia contemporanea. Infine ancora per citare le stesse parole di Landis: - Una volta ho fatto un film, "Oscar"con Sylvester Stallone, e tutti quelli che hanno visto il film e gli è piaciuto, non sarebbero mai andati a vedere Stallone. Abbiamo fatto un'anteprima del film e qualcuno scrisse sul biglietto: 'Perché non si è tolto la maglietta e non ha ucciso nessuno?' [Ride.] Ma avevamo un cast straordinario, avevamo Kirk Douglas, Don Ameche e una ragazza che non era mai stata in un film prima: Marisa Tomei. È stata davvero fantastica fin dal primo giorno! E cosa aveva fatto prima? Praticamente niente! Questo è talento. Era così incredibilmente brava. -



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