Vincent doit mourir (2023) Odio a prima vista


Come sempre la New wave francese segna qualcosa d'interessante nella sue produzioni, questo film diretto con mano ferma da Stéphan Castang e scritto in maniera articolata da Mathieu Naert non fa eccezione.



L'unico appunto forse è la deriva finale, troppo generica e relativa quasi al genere zombi/sickos, che è la strada meno interessante che poteva percorrere ma per il resto l'ironia, il grottesco e il thriller si dipanano in maniera interessante tra contesto sociale e personaggi. Il protagonista è una via di mezzo tra il Travis di Scorsese e un John Wick con il cane, ma dannatamente umano nella sua natura, al quale combacia alla perfezione Vimala Pons che innesta la parte romantica in modo naturale, nonostante l'assurda situazione. Il morbo della violenza nella società odierne, che esplode inaspettata, ma anche un riflesso di determinati comportamenti tra esseri umani.



Peccato che un film con un concept dietro davvero bello, originale e divertente si trasforma in qualcosa che non gli rende giustizia ed è per lo più semplicemente dimenticabile o già visto. Ho la sensazione che Stéphan Castang volesse un film più grande e audace, ma ha avuto problemi di budget, quindi la sua visione sembra compromessa. Ma ci sono ancora delle scintille viscerali, dei momenti assolutamente brutali e spassosi.


Commenti