Basic (2003) Assassinio nella giungla, l'ultimo film di John McTiernan


Visto che ero nel 2003 mi sembrava giusto trattare anche di un altro film uscito in quel preciso anno e anche perché non ho ancora mai avuto il piacere di poter parlarare e scrivere del cinema del grande John McTiernan. Quindi ora spazio a crimini militari, enigmi di un omicidio, insomma i classici gialli sono stati per secoli una forma accattivante di narrazione artistica accattivante. Questi misteri creativi sono stati ambientati in luoghi più disparati e presentano un'ampia gamma di variazioni sul tema, indipendentemente dal fatto che avessero senso o meno. Pertanto, è una sfida trovare nuove idee a cui applicare questi tropi. Nel 2003, quelle regole sono state attuate nella frenetica foschia di uno scontro a fuoco nella giungla durante un allenamento militare a Panama. Motivi e fatti camuffati sotto il fogliame dell'inganno nell'ultimo film di John McTiernan, prima della sua damnatio memoriae per via delle intercettazioni a Holywood, perché un crimine come quello in suolo americano lo si paga caro fin dai tempi del presidente Nixon.


McTiernan, un regista che parla da solo o almeno i cui film parlano già da soli: Predator, Die Hard. I thriller militari non sono un territorio straniero per lui, sebbene la sceneggiatura di Basic non sia stata scritta da lui ma da James Vanderbilt, il film cattura piuttosto bene quel senso di reclusione e sfiducia. Come storia, il film ha molto da offrire, i suoi colpi di scena sono abbondanti particolarmente nel terzo atto, poiché i personaggi cercani ingegnosamente di offuscare (quando necessario) ogni possibile soluzione di continuità ai fatti accaduti e alle loro relative identità. Nel suo cuore, un thriller giallo che trova spazio per crescere negli aspetti irreggimentati del moderno complesso di applicazione della legge, in questo molto simile allo slasher d'autore metacinematografico, ma che perlustra anche il neo-noir anni 90. Stilisticamente la fotografia di Steve Mason arricchisce le scene con l'ausilio di luci soffuse, che rendono il risultato un incrocio tra i thriller psicologici d'inizio 2000 e i film noir della Golden Age.


"Basic" ti seppellisce profondamente nella sua tradizione di genere, aiutando a perdere il pubblico nell'intrigo e nella narrativa in continua evoluzione in cui le parole sono tantissime, un fiume in piena che colpisce lo spettatore. Una scelta di scrittura che basterebbe anche da sola, ma la pellicola alza la posta con i suoi personaggi creativi mantenendo interessante il labirinto logico, e le scelte stilistiche di tutti aiutano a elevare questo thriller. Il duetto di Hardy e Osborne è un'introduzione allettante, e il film lascia molto spazio a ulteriori casi da risolvere, che sfortunatamente non vedranno la luce. Una delle ultime bellissime fabbriche di colpi di scena di Hollywood, "I soliti sospetti" nell'esercito, una combinazione che potrebbe non funzionare senza John McTiernan al volante che rende al meglio lq sceneggiatura e si muove nel miglior modo possibile. Nel dettaglio, i due minuti verso la fine in cui Connie Nielsen insegue la sua preda per le strade di Panama sono potentissimi, l'unica volta in cui questo film si chiude la bocca e lascia che siano le immagini a parlare.



Un action mistery thriller serrato con una trama di ombre, giochi di specchi, menzogne a scatole cinesi, girato con mano saggia da un esperto vecchia scuola come John McTiernan. Forse alla prima visione la trama può risultare intricata, ma capito il trucco viene poi facile sciogliere la matassa degli avvenimenti, personaggi e verità annesse. Oltre alla super regia di genere vi è un cast che può contare su un istrionico John Travolta (che qui ricalca il giàrodato stile in "La figlia del generale"), un marziale Samuel L. Jackson e una tosta Connie Nielsen. Film d'inizio 2000 che si porta dietro i fasti di quello degli anni 90, un mirabile prodotto crepuscolare di un modo di fare cinema ormai raro.


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