Another Woman (1988) Un ricordo è qualcosa che hai o che hai perduto?


Un ricordo è qualcosa che hai o che hai perduto? Che frase catartica per chiudere nei titoli di coda un film del genere. Questo negli anni 80 si può definire un film di Allen tra i più interessanti (tralasciando il cast di grandi nomi: Gena Rowlands, Gene Hackman, Ian Holm) perché vi è molto di Bergman ma anche un fare sognatore e molto psichiatrico nella sua messa in scena.

Klimt, sogni, tradimenti, teatro, amori, Rilke con le sue poesie, la filosofia, la musica classica e tutto il resto combacia nel disegno che si viene a creare mano a mano. Dire che Gena Rowlands abbia incarnato la più matura e completa delle donne di Allen penso sia indiscutibile, ma quel Gene Hackman che in pochi minuti di presenza regala il più grande amore mai vissuto nella propria vita è qualcosa di grandissimo, poche righe dialogo e pochi sguardi ma che dicono tutto. Di sicuro "Un giorno di pioggia a New York" ha i fasti di quella bellissima scena a Central Park, ma il connubio di Allen con i suoi collaboratori in questo film regala una grandissima gemma romantica e malinconica (seppur dominata dai tratti Freudiani, ma quelli sono sempre presenti). Un'altra donna trae spunto dai film dell'idolo di Allen, Ingmar Bergman, in particolare da Il posto delle fragole, il cui protagonista è un anziano professore che apprende da un parente stretto che la sua famiglia lo odia. Allen ricrea anche alcune delle sequenze oniriche di Il posto delle fragole e mette Marion in una situazione simile a quella di Isak Borg: entrambi i personaggi riesaminano la propria vita dopo che amici e familiari li accusano di essere freddi e insensibili.


Il film (come già detto) presenta molti dei tratti distintivi di Allen, in particolare l'ambientazione newyorkese; solo poche scene sono girate fuori città, negli Hamptons. Utilizza anche musica classica (l'arrangiamento orchestrale di Claude Debussy della Gymnopédie n. 1 di Erik Satie, ribattezzata Gymnopédie n. 3) e poesia (il "Torso arcaico di Apollo" di Rainer Maria Rilke) per la narrazione, così come fanno film precedenti e successivi come "Hannah e le sue sorelle", "Crimini e misfatti" e "Mariti e mogli". Si concentra principalmente sugli intellettuali della classe medio-alta, come fanno quasi tutti i film di Allen degli anni '80. Invecchiando diventa più difficile nascondersi da noi stessi e dalle scelte che abbiamo fatto. Siamo soddisfatti della vita che abbiamo creato o ci stiamo illudendo per necessità? Riassume bene il dilemma di Marion in questo film, brevissimo ma in qualche modo comunque corposo.




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