As bestas (2022) Fatti non foste a viver come bruti



Fatti non foste a viver come bruti, viene facile citare il Canto XXVI dell'Inferno di Dante, ma quello che è il film di Rodrigo Sorogoyen (scritto assieme a Isabel Peña) risulta più definito a livello tecnico/stilistico rispetto al più che acclamato Anatomie d'une chute di Justine Triet. Spagnoli contro francesi mi verrete a dire, ma così lo è, qui vi è un misto di dramma/thriller riuscitissimo in cui i tre tempi di narrazione rispettivamente: padre (intepretato dal grande Denis Ménochet), figlia e molto più importante quello della madre (bravissima Marina Foïs), fanno da continuo climax ad una storia che in partenza ricorda Cani di Paglia di Peckinpah.




Tutto inizia con una disputa contro dei bifolchi (Luis Zahera in grande spolvero come bieco antagonista) per il denaro di una mera terra, per poi passare all'omicidio (metafora attraverso la dominazione del cavallo, collegato anche alla mancanza psichica di uno dei cattivi), per poi sublimarsi al confronto tra una madre in cerca di verità e una figlia prediletta che tenta (per poi comprendere) che è inutile fermare il fiume delle verità e che giunge sempre ad una conclusione. Sono tre tempi cinematografici ma gestiti con sapienza e genuina voglia di mostrare una storia che va oltre i soliti limiti holywoodiani, puro cinema europeo. Francia contro Spagna, civiltà contro ignoranza, made contro figlia. Senza parole per la catarsi conclusiva di codesto soggetto.

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