The Verdict (1982) La giustizia in un mondo di legulei e mozzaorécchi
- Sidney Lumet dirige questo dramma giudiziario dalla perfetta sceneggiatura di David Mamet, con il grande Paul Newman nel suo incomparabile ruolo di avvocato senza scrupoli. Avrai probabilmente sentito dire che è splendido, quindi perché non lo hai ancora visto? -
Tom Hanks nel ruolo di Hank in Freaky Tales
Allora la premessa più cinefila per la quale io, possa chiedere a una persona, di vedere questo film: è nel monologo di Tom Hanks in Freaky Tales citato sopra. Tolta questa premessa inutile, ci troviamo in quella zona d'eleganza e stile che il cinema americano poteva permettersi al tempo. Ripeto, senza aver detto, Sidney Lumet alla regia di un courtroom drama con alla sceneggiatura David Mamet. Il film è stato realizzato da adulti, per adulti quindi maturo e sicuro di sé come dovrebbe esserlo per il tema trattato. È cinematografico ed elegante senza essere appariscente o patinato. Comprende il linguaggio cinematografico e sa tradurre su schermo l'omonimo romano di Barry Reed.
L'ultimo degli ultimi contro i favoriti dei primi in cui l'ultima parola spetta ai giurati. È un film che rappresenta tutte lodi che il cinema americano possa avere per il genere, per comparazione di presenza Paul Newman è il Cincinnati Kid della situazione, ma l'ultima testimonianza è quella vincente. Gran cast: il già citato Paul Newman che con i suo occhi e giocando a flipper si prende con talento metà del film sulle spalle, Jack Warden nelle vesti di mentore, James Mason che riveste le veste dell'avvocato del diavolo in modo sublime e infine una Charlotte Rampling che è sintesi del connubio tra amore e farsa almeno quanto Ann-Margret in Cincinnati Kid. Il resto è completato dalla fotografia di Andrzej Bartkowiak e dalla suggestiva colonna sonora di Johnny Mandel. Per quanto può Lumet mette tutto il suo stile nel film e si sente esteticamente in ogni fotogramma e scelta di ripresa.















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