A History of Violence (2005) I mostri nascosti nella vita di tutti i giorni, una storia violenta di David Cronenberg


Era da un po' che volevo parlare di questo film, la parentesi Cronenberg qui su Once è sempre aperta ma procede a gradi, da dove iniziare quindi? Già, ho sempre diffidato dai mega critici dei fumetti (o graphic novels passate il termine) anche perché belatori/snob di un trend facente parte di un gregge, che fa di un solo fascio i film della MCU/DCAU con altri di cui bisognerebbe parlarne con tutti i crismi vista la matrice cartacea da cui provengono (che è la stessa di quelle due case di produzione che ho citato). Basta solo citare questa pellicola di Cronenberg per far capire che il fumetto non è solo un giocattolino narrativo buono per adolescenti, "A History Violence" diretto da David Cronenberg e sceneggiato da Josh Olson, tratto dall'omonimo fumetto (uscito nel 1997) scritto da John Wagner e illustrato da Vince Locke, è una delle più profonde riflessioni sulla violenza che siano state prodotte dalla cinematografia contemporanea.





Attraverso la storia di un uomo che nasconde un passato molto diverso da quello che ora appare, Cronenberg insinua nella nostra mente che siamo tutti un po' dei mostri in cui la violenza più efferata può coesistere con la più assoluta normalità e che il vero problema della società è che l'individuo possa trovare delle soluzioni per cui tali mostri possano esistere soltanto nei sogni. Il film rimane comunque basato sulla graphic novel originale. Lo sceneggiatore Josh Olson intendeva fin dall'inizio usare la storia originale come trampolino di lancio per esplorare i temi che lo interessavano. Mortensen lesse la versione originale della sceneggiatura di Olson e rimase piuttosto deluso. Erano circa 120 pagine di puro caos; un po' insensate, in realt". Accettò di fare il film solo dopo aver incontrato Cronenberg, che (secondo Mortensen) rielaborò la sceneggiatura.



Questo non toglie comunque che sia il miglior adattamento cinematografico che la DC (Vertigo nel dettaglio) abbia mai avuto per un suo fumetto. Cronenberg dimostra la sua versatilità autoriale (prendendosi anche una pausa dal surrealismo) elaborando un thriller drama molto forte, dalla regia solida dal fare distaccato e con la solita atmosfera tetra/malsana con cui ammanta le sue pellicole. Gran cast: Mortensen, Maria Bello, Ed Harris e William Hurt sono tutti dentro (e artefici) dei personaggi che regalano emozioni e anche il resto degli attori si trova sul pezzo grazie alla direzione di Cronenberg. Se la storia non è nulla di nuovo, quella di un uomo con un'altra identità celata, l'approccio di Cronenberg risulta efficace negli aspetti tipici del suo cinema come la violenza e il sesso, senza tralasciare l'impostazione drammatica ottimamente riuscita. Il contorno del team creativo tramite: la colonna sonora di Howard Shore e la fotografia del solito Peter Suschitzky incorniciano quella è che a tutti gli effetti una storia violenta americana dannatamente forte e allo stesso tempo profonda.




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