El día de la bestia (1995) Il giorno della bestia, di Álex de la Iglesia
Alex de la Iglesia è un pazzo (sui generi cinematografici) tanto che al suo secondo film, ha elaborato il Natale più satanico ed (apparentemente) esoterico che si sia mai visto in Europa. Un produzione sia italiana che spagnola, in cui la storia è talmente folle (talvolta anche fuorviante su cosa sta realmente accadendo, visto l'abuso di sostanze lisergiche) in cui i personaggi che la dimorano sembrano usciti da un futuro post-apocalittico (formato anni 90): il prete peccaminoso, il metallaro drogato e il mistico da televisione si completano talmente bene a vicenda che sono esilaranti al punto giusto.
Il punto cruciale sul quale il film prende vita nella sceneggiatura (scritta dal regista assieme al fedele Jorge Guerricaechevarría) è un prete che attraverso la decodifica dei passi dell'Apocalisse di Giovanni è riuscito a calcolare l'esatto giorno in cui l'anticristo nascerà, da questo spunto il protagonista userà ogni mezzo a sua disposizione (senza nessun limite) per porre fine alla nascita del male sulla terra, al punto di commettere peccato in ogni maniera possibile così da nascondere i suoi intenti davanti al male. Fatto sta che la pellicola sa come giocarsi le sue carte, insinuando nello spettatore la veridicità dei fatti che stanno accadendo o che (in questo caso) sono solo frutto di un trip. La fotografia di Flavio Martínez Labiano è ottima nel riportare le scene, sia in location chiuse quanto quelle aperte e i costumi di Estíbaliz Markiegi sono abbastanza vari da creare singolarità in ogni personaggio che entra in scena.
Senza dubbio l'escalation che de la Iglesia mette scena è puro intrattenimento, si varia dal thriller satanico fino alla commedia grottesca (di puro stampo iberico) senza batter ciglio in cui ogni azione ha una sua precisa motivazione e che sfociano inevitabilmente nellironia più malsana. In questo la complicità del trio protagonista intepretato da Álex Angulo, Armando De Razza e Santiago Segura risulta di fondamentale importanza per dar vita alla storia. Senza contare la presenza di Maria Grazia Cucinotta che nel suo piccolo ruolo ci cade a pennello per peso di presenza scenica, nonostante risulti un ruolo totalmente superficiale ai fini della trama stessa. Tutto questo sullo sfondo di una Madrid che sembra uscita fuori dall'Arancia Meccanica di Kubrick, in cui bande di malavitosi causano degrado e violenza in ogni vicolo.
Un film esilarante come i suoi protagonisti, sempre in bilico tra i generi. Grande recupero!
RispondiEliminaQuesto mi manca, lo metto in lista.
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