Trap (2024) La trappola di Shyamalan
La cosa più interessante è lo spunto da cui ha basato la propria sceneggiatura: ispirata in parte dall'Operazione Flagship, un'azione sotto copertura del 1985 in cui le forze dell'ordine camuffate arrestarono 101 fuggitivi ricercati in un centro congressi, dopo averli invitati con il pretesto di regalare loro biglietti gratuiti per la NFL e l'opportunità di vincere un viaggio con tutte le spese pagate per il Super Bowl XX. Oltre questa menzione storica vi è stato pure il concept musicale del film affidato alla figlia Saleka (che dimostra anche una buona dote di recitazione), nettamente ispirato al musical Purple Rain di Prince.
Hartnett (che si prende metà del film sulle spalle) è disturbante nella sua interpretazione bipolare e regala un altro interessantissimo personaggio per il genere nel cinema americano, senza contare anche le prove della già citata Saleka, Alison Pill che non la vedevo dai tempi di "Midnight in Paris" sfoggia un'ottimo ruolo pure e infine la piccola Ariel Donoghue che si cala senza problemi nella fan sfegatata, provabilmente l'unica nota meno interessante è il personaggio della profiler FBI interpretato da Hayley Mills una veterana di Hollywood che non si vedeva da tempo sul grande schermo. Il primo atto della pellicola è immersivo e strutturalmente evocativo visto che abbraccia tutti i risvolti dell'ambientazione (un concerto di una fittizia pop idol, del calibro di Taylor Swift o similari, trasformato in una trappola per agguantare un serial killer), il secondo utilizza il (secondo) colpo di scena al meglio mescolando le carte e cambiando atmosfera e nell'epilogo del terzo atto viene data più profondità ai personaggi.
Senza nulla togliere alla fotografia di Sayombhu Mukdeeprom sempre forte sia negli spazi chiusi quanto in quelli aperti, Shyamalan continua il suo rinascimento artistico che non sembra perdere mordente, grazie alla continua ricercatezza e attualità dei temi che vuole mostrare. Ovviamente il film offre più di una volta la questione di accettare la sospensione dell'incredulità per determinate azioni e situazioni che si vengono a creare come puri mezzi narrativi, senza farla troppo lunga sta allo spettatore accettarli o meno e in questo la chiave soggettiva di questo film ve lo farà passare per un buon film o un puro prodotto a cui non dare troppa importanza. Io ho accettato il gioco offertomi da Shyamalan e sono uscito soddisfatto dalla visione, come sempre Night si ritaglia il suo ruolo alla Hitchock tutto ben ricamato.
Divertente, ma tutto sommato dimenticabile.
RispondiElimina