Alien: Romulus (2024) L'AlieNostalgia di Fede Álvarez


Direi che se lo scopo di Álvarez era quello di offrire il meglio (ma anche i difetti, questi opinabili da individuo a individuo e appassionato) di tutta la saga di Alien dal 1979 fino al 2017 allora direi che ha centrato in pieno l'incarico. Ovviamente vi è da aggiungere che chiunque non abbia visto/giocato il bellissimo videogioco "Alien: Isolation" allora si troverà davanti una sfumatura in più rispetto a chi conosce già quel prodotto videoludico.



Per il resto il regista brilla (coadiuvato dal fido Rodo Sayagues alla sceneggiatura) quando si applica in modo originale alle dinamiche legate allo Xenomorfo, più di quanto comunque risulti abbastanza stiracchiato quando fa (un po' troppe volte) l'occhiolino ai classici della saga prendendo qua e là citazioni fini a sé stesse (perdonali Ash), ma nel canonizzare il film con i capitoli già usciti (a livello di trama) qualche chicca spunta bene in tutta quella nostalgia, in questo mi rivolgo anche ai tanto degradati (non da me) "Prometheus" & "Alien: Covenant" di Scott. La regia mostra quanto già sapevamo del regista, in questo si sente molta fiducia e disinvoltura accresciuta con i precedenti "Evil Dead" & "Don't Breathe", ma quello che stupisce di più è il setting (o scenario) con quella tecnologia retro-futurista (ormai) analogica tipica dei primi due Alien unità alla voglia di usare effetti speciali pratici quando si tratta di animare l'alieno più famoso del cinema.



Davvero ottima la fotografia di Galo Olivares come anche sul pezzo la colonna sonora di Benjamin Wallfisch per non parlare del production design di Naaman Marshall. Bene il cast nel quale senza dubbio spicca Cailee Spaeny (azzecca un'altra pellicola interessante per la sua carriera), una scream queen adatta al ruolo che le si conviene all'interno della saga, come del resto anche la prova David Jonsson che nella sua ambiguità offre quanto di meglio abbiamo visto per le figure dei sintezoidi (portando avanti la tematica voluta da Ridley), senza scordarsi di Isabela Merced anche lei qualcosa dimostra. Questo film è da rivedere, almeno per me, così da poterlo incastrare in quella che è la mia sequenza di gradimento di questa grande saga, questo non toglie che il film sappia intrattenere nonostante non osi troppo nella violenza (sia rispetto alle precedenti opere del regista che rispetto allo stesso "Alien: Covenant", senza parlare di Resurrection) e nella ricercatezza di una diversa originalità (come fatto da "Alien³" e "Prometheus).

Commenti

  1. Carino, anche se da recensioni entusiaste mi aspettavo qualcosina di più. Ma Alien non è mai stata la mia saga preferita.

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