Cuckoo (2024) Parassitismo di cova
Che dire, il fatto di applicare il concetto biologico di vivere/crescere del cuculo ad un film horror/thriller è sulla carta idealmente interessante quanto al di fuori del quadro generale oltre i canoni di quanto si possa ricercare nel panorama. Tenendo conto della premessa totalmente originale, vi è una contrapposizione di stesura della sceneggiatura molto caustica allo spettatore perché ricercata, ma anche abbastanza inusuale da comprendere in quella che è una prima visione del film.
La carne al fuoco è tanta come anche l'idea dietro ad essa da dover applicare alle basi dei generi cinematografici che si vogliono applicare a tale concetto. Senza dubbio il regista tedesco Tilman Singer offre una pellicola interessante da non prendere alla leggera in un panorama in cui si tende a generalizzare il genere, il montaggio di Terel Gibson e Philipp Thomas aiuta molto l'elaborazione del girato (l'idea del loop di certe scene rende molto bene la tensione) e questo è un valore in più. L'unica cosa che mi ha leggermente infastidito è che ogni volta che sentivo che si avvicinava ai livelli di follia di Argento in modalità "Phenomena" continuava a resettarsi nel tentativo di collocarsi meglio nel genere di contesto folk horror metaforico tipico della moda contemporanea.
Hunter Schafer si mangia l'interpretazione, talentuosa quanto basta, ma Dan Stevens regala un altro dei suoi personaggi ambigui da manuale. In un film ambientato in un unico luogo in cui una figura omicida (stile "Vestito per uccidere" di Brian De Palma) fa il diavolo a quattro non ti aspetteresti mai una trama del genere, che nonostante la sua caustica comprensione sa far suo ogni momento a discapito di qualche dispersione narrativa. Tilman Singer si merita l'attenzione con un progetto del genere, elaborato quanto basta per creare un minimo di tensione tipico dell'horror europeo.
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