Under Siege (1992) Trappola in alto mare, l'action formato anni 90


Nonostante risenta molto dei Die Hard di McTiernan e Renny Harlin, non si può che ritenere valida la spettacolarità della pellicola nell'applicazione regole già definite del genere action in pieno stile anni 90. Le canoniche regole del genere sono tutte applicate con dovizia, serietà ma anche divertimento ai fini dell'intrattenimento dello spettatore. In questo il regista Andrew Davis (che troverà poi il massimo successo un anno dopo con "Il Fuggitivo" perché scelto da Harrison Ford come regista dopo aver visto questo film, come anche lo stesso Tommy Lee Jones qui come inteprete del villain) sceglie ottimamente la scacchiera sulla predisporre il divertimento, merito anche della sceneggiatura di J.F. Lawton (la penna dietro "Pretty Woman") e di un team creativo degno di nota in particolare a livello sonoro (2 nomination agli Oscar, battuti solamente dal Dracula di Coppola e dall'Ultimo dei Mohicani di Mann).




Se vuoi fare Die Hard in alto mare del resto, bisogna seguire delle semplici regole: il cast deve divertirsi entrando a puntino nella parte (escludendo l'odio che hanno avuto per Seagal sia Jones che Busey), la violenza deve essere sanguinosa e spietata ma anche smorzata dall'umorismo, l'eroe deve essere un uomo qualunque ma comunque dare calci a un'incredibile quantità di culi rappresentando la classe media, le scene d'azione devono variare e ildiverisificare la trama, i cattivi debbono distinguersi tra loro e infine le battute al fulmicotone. Una buona battuta può migliorare una scena scadente e convincerti  una bella scena. Nessun film d'azione dovrebbe durare più di due ore. Under Siege non è Die Hard (nella regia soprattutto) ma soddisfa i criteri di cui sopra ed è quindi un film divertente.



Steven Seagal qua era ancora nel suo periodo d'oro, ma aggiungendo nell'equazione duo di cattivi intepretati da Busey e Tommy Lee Jones che si mangiano ogni scena con le loro caratterizzazione dei personaggi è stata la migliore idea possibile, perché l'erore ha il peso divistico dello stereotipo ma i cattivi debbono sempre essere due passi avanti sotto ogni punto di vista. Chiude il cerchio un cast di caratteristi anni 90 (il solito Raymond Cruz sempre presente in piccole parti e pure Damian Chapa), tra cui anche la biondissima Erika Eleniak (fresca di mastoplastica, il chirurgo che le ha rifatte meritava un Oscar a parte) che si concede una scena di topless iconica.






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