Smoke (1995) il cinema (e New York) secondo Paul Auster


Che "Smoke" sia una pellicola soavemente pensata e ben scritta si intuisce immediatamente (sceneggiato da Paul Auster stesso, qui nelle vesti di co-regista non accreditato assieme a Wayne Wang) dall'incipit con tanto di citazione tra il romantico e il gossip storico dell'idea di pesare il fumo, idea impossibile "quanto quella di pesare l'anima di qualcuno". Cinque sconosciuti. Quattro segreti. Tre schemi. Due migliori amici. E un luogo di ritrovo del quartiere in cui il mondo ha ancora senso. 





Non è un'operazione semplice scrivere di questo tipo di prodotto, indubbiamente tipico del cinema indipendente americano degli anni 90, suddiviso in cinque stupendi capitoli ciascuno intersecato perfettamente negli altri attraverso un cast di prima mano: un profondissimo William Hurt, un impagabile Harvey Keitel e un grande caratterista come Forest Whitaker, senza contare poi le prove di Ashley Judd & Stockard Channing, Giancarlo Esposito fa inoltre una piccola comparsata ad inzio film. In questa pellicola sono ambivalenti i silenzi quanto le parole, perché siamo di fronte ad un film di dettagli, di particolari, di quelle piccole cose che rendono la vita così come è. I personaggi sono vividi, la regia fornisce un'introspezione interessante con le sue riprese, il tutto gira intorno a dei ben definiti luoghi quali; la casa di Benjamin, la tabaccheria di Auggie e la pompa di benzina di Cyrus. Questo film di sentimenti e di emozioni è una piccola perla nel mondo cinematografico da non perdere assolutamente.



L'idea dell'esaltazione del fumo è solo un simbolo per evidenziare l'importanza di una piccolezza, di una caratteristica nella vita di alcune persone. "Smoke" è coinvolgente, appassionato e appassionante, ricco di sfumature. Volendo paragonare lo sviluppo narrativo è simile a quello tipico di Paul Haggis però non esalta quella parte grottesca e la coralità è chiusa nei personaggi che dialogano direttamente con il mondo tramite le loro emozioni. Il film parte da un soggetto dello sceneggiatore ovvero Il racconto di Natale di Auggie Wren pubblicato sul New York Times nel Natale del 1990, Questa parte sarà il toccante finale della pellicola sul sottofondo di Innocent "When You Dream" di Tom Waits, che chiuderà questo bellissimo esercizio di stile.




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